giovedì 8 dicembre 2011

2 mesi in breve

Ok, sono viva e vegeta, ogni tanto mi dimentico di avere un blog da aggiornare. Riassunto breve di Ottobre-Novembre:

OTTOBRE


- Primo esame dato, primo esame rifiutato: una soglia dell'80% delle risposte esatte per la sufficienza è sinceramente inumana, specie perché dopo aver superato la soglia della sufficienza si passa dal 6 all'8 per pochi scarti. Insomma, che diamine!

-Mollato definitivamente il corso di arte olandese. Non riuscivo più a sopportare un'insegnate che a ogni spalla nuda/abito trasparente/seno scoperto commentava: "Ecco, questa è decisamente pornografia". Ed eravamo ancora al rinascimento.

-Copenhagen. 4 italiani, un cipriota e una sudafricana vanno a Copenaghen approfittando dei prezzi stracciati della KLM e scontrandosi col vero clima autunnale del Nord Europa, mentre in Olanda si viaggiava ancora sui 15 gradi comodi.

-Bevute varie, oblii, stronzate di vario genere che piacciono tanto al mio fegato ormai debilitato.

NOVEMBRE
-Mese delle visite di amici! La mia situazione di eremitaggio, sola con il mio copriletto leopardato e un lampadario kitch con 2 lampadine su 5 ormai rotte, è stata ravvivata da un po' di atmosfera casalinga italiana, con chili di pasta per cena, cioccolato e litigate notturne per le coperte.

-Il mese più secco degli ultimi 50 anni: non ha piovuto. Che qui la pioggia è come la nebbia in Pianura Padana, una presenza costante, non del tutto apprezzata, ma ormai c'è e cosa ci dobbiamo fare? Il problema principale dell'Olanda è che non vive senza i suoi canali. Canali in secca= aprite le dighe, sennò non ce la caviamo più.


-Non è stato il mese delle piogge, ma quello della nebbia sì. Oddio, per me la nebbia a Novembre è normale come la marmellata sul pane, ma per altri italiani (da Napoli, Roma, Genova, Bologna ecc.) è un po' come la marmellata sulla pasta. Un paio di giorni di seria nebbia lombarda ci sono stati anche qua, ma niente di grave. Per me.

-Altre bevute varie e festicciole, il fegato chiede l'espatrio in un convitto.


DICEMBRE
-Barcellona. Sì, perché siamo italiani, ma quando ci offrono di andare a Barcellona dall'Olanda (3 ore di volo) accettiamo. Ramblas con decorazioni di Natale, Barceloneta in maniche corte e... furto di portafoglio e del suo intero contenuto sulla metropolitana di Plaça Catalunya. è sfortuna, sfiga, ma doveva capitare: chiudo l'anno dopo aver preso 10 volte l'aereo (sarebbero state 12 se fossi tornata a casa) e non avevo mai perso nulla in vita mia, c'è una volta per tutto.

-Mollo definitivamente il corso di esercizi di parlare/ascolto del livello intermedio, secondo me utili come uno scolapasta senza buchi. Specie quando lavori con cinesi che non hanno capito la differenza tra "l" e "m" o belgi francofoni che, pur studiando olandese da 15 anni, non sanno ancora fare una frase intera. Ergo: mi rimangono 3 grossi corsi, 3 bestie.

-Prima tempesta d'autunno! Da ieri Olanda e Belgio sono flagellate da vento forza 9, grandine, pioggia (eccola, quella che non è arrivata a Novembre) a fasi alterne, ovvero: 2 minuti di grandine, 3 di sole, 5 di vento, 10 di pioggia, 4 di grandine e via così.
Si capisce che c'è molto vento solo a vedere i gabbiani sospesi a mezz'aria, le anatre che non riescono a nuotare verso la loro meta e i ciclisti che vengono bloccati sui ponti, me compresa. Se scendessi in strada e aprissi l'ombrello atterrerei in Norvegia, ne sono certa.


Però la mattina alle 8 il cielo è questo:


Questo paese sa come farsi perdonare.

lunedì 26 settembre 2011

Le grandi scelte

Parigi o Copenaghen, Copenaghen o Parigi?

Quale delle due città per un weekend di svacco a ottobre approfittando della vicinanza di alcuni posti che dall'Italia ti vengono a costare settordicimila euro? :O

domenica 11 settembre 2011

I diari della bicicletta (?)


Venerdì ho approfittato della stabilità del tempo e mi sono concessa un nuovo tour nel circondario, questa volta partendo già con un'idea di destinazione e poi seguendo i cartelli (e anche un po' a caso, perché alcuni cartelli proprio non li capivo).

Risultato: gitarella al lago di Valkenburg e a Wassenaar, praticamente irraggiungibile coi mezzi se non dopo quasi un'ora di sali dal pullman, cambia stazione, vai in treno e così via (in bici è mezz'ora abbondante). Forse un po' il cielo azzurro, l'assenza di afa soffocante, gli animali che brucavano per i fatti loro nei campi tra il lago e Wassenaar, ma ho avuto l'impressione che questo paese respiri. Sì, è strano, probabilmente alcuni ci sarebbero arrivati dopo un pomeriggio ad Amsterdam, ma mi da quest'impressione. E alla millesima foto a un gruppo di anatre mi veniva da chiedere: "Milano? Dove?"



Ieri gita a Katwijk aan Zee, pullman sto giro, perché la mia accompagnatrice dalla Repubblica Ceca in giro per il Benelux da tutta l'estate, non aveva la bici. In estate Katwijk è una delle spiagge più popolari, ora l'acqua è praticamente allo zero assoluto, ma è rimasto un posto dove svaccarsi e far sì che la sabbia nelle scarpe ti rimanga fino a marzo dell'anno prossimo.

Sera: festa. E ho detto tutto.


Oggi: giornata dei musei aperti (e gratis) in tutta Olanda, il tema quest'anno era "Vecchio edificio, nuovo utilizzo". Alla fine non ho pagato l'ingresso in tre musei, risparmiano intorno ai 18 euro. Il genovese dentro di me sta piangendo lacrime di gioia, dopo aver pianto di dolore tutta la settimana.


E domani iniziano i corsi :3

mercoledì 7 settembre 2011

Neem de fiets of ga lopen!


ore 12.00: fine del test di produzione scritta.

ore 12.30: pranzo (un panino. Mortadella e formaggini "la vacca che ride". No, dai, sono buoni e altamente spalmabili).

ore 19.00: cena



Cose da fare nel mentre: pulire la camera (-.-), fare la lavatrice (-.-'), finire la dannata ricerca sull'economia islandese su cui lavoro da 3 giorni scoprendo a ogni riga nuovi tipi di pesce (-.-"").
Prendere la bicicletta e andarsene in giro, a muzzo, senza una mappa (già persa da chissà quanto tempo) con il classico tempo olandese: sole-vento-ventaccio-acqua-molta acqua-sole-tornado- tempesta subtropicale.


Risultato: un bel giro di 3 ore lungo le piste ciclabili tra una città e l'altra, completamente a caso, perché senza una mappa decente è difficile avere un percorso. Grazie a GoogleMaps (santo subito!) ho poi scoperto di aver allungato in modo indecente la strada verso la destinazione: anziché 3 ore ci avrei messo meno di 2 ore. E vabbé oh, almeno non mi sono persa.

Gambe permettendo, domani ho già in mente un altro bel giro. Dico gambe permettendo perché il mio livello di allenamento fino ad ora era limitato a un poco dignitoso cucina-giardino-divano. Domani non mi muoverò più, mi sa.




martedì 30 agosto 2011

Woont in...

V. Thun
gestudeerd aan: Scuole civiche di Milano
spreekt: Italiaans, Bullshit and Sarcasm, Engels en 3 anderen
uit: Segrate

woont in: Leiden (e ha un copriletto leopardato)


yep! :D

domenica 21 agosto 2011

Portami con te!

Mentre disfacevo i cassetti, togliendo tutti i vestiti e sognando incessantemente una cabina armadio come quella di Hannah Montana (tutto appeso alle grucce e, soprattutto, che gira in moto perpetuo) ho scoperto che ricordavo origini e luogo di provenienza di quasi tutti i vestiti.
La maglietta ordinata online, la giacca comprata nel centro commerciale in Toscana, quella presa a Budapest... insomma, il mio problema non è mai stato tirare fuori una cosa dal cassetto e dire: "Oh, non ricordavo neanche di averla!" ma "Mi ricordo di averla, ma non so dove cavolo sia finita quella figlia d'una ciabatta".

Risultato: ho una marea di roba che dice "Portami con te, portami con te!", ma devo valutare effettivamente cosa mi servirà e cosa no. Una canottiera monospalla di Snoopy con 5°C non è utile, per esempio.


E non ho ancora pensato alle scarpe!


sabato 20 agosto 2011

-2

Devo iniziare a fare la valigia fisicamente e non solo virtualmente. Vabbè che sarà una micro trasferta di 3 giorni prima di quella macro da 5 mesi, ma è ora di cominciare a portare su qualcosa.

martedì 16 agosto 2011

EVERYBODY WANTS SOOOOME!

Tutti a casa, tempo di svuotare le valigie, riabituarsi alla casa di nuovo piena di gente che va, viene, urla e cucina a orari regolari senza usare il microonde. Poi devo iniziare seriamente a pensare a Leiden e ai 6 mesi che verranno là.

mercoledì 3 agosto 2011

There was once a boy named Harry...

Stamattina mi sono svegliata con una voglia assurda di polpettine svedesi, cosa che ho mangiato solo l'anno scorso in Svezia e non è che mi abbiano colpita. Probabilmente in qualche vita passata ero una cuoca esperta in polpettine svedesi o uno svedese che si nutriva solo di quelle, in quanto unica cosa commestibile in tutta la Svezia.

Le ho trovate e me ne sono strafogta stasera, eran davvero, fottutamente, buone.

martedì 2 agosto 2011

Evergreen della casa vuota

Da quasi una settimana mia madre sta cercando di convincermi (ma credo più di autoconvincersi) che mi mancheranno questi 10 giorni a Rodi Garganico, mentre io sarò a casa da sola col cane. La tecnica non funziona, così passa alle "mille e una raccomandazione", dal classico buttare la pattumiera al "dai da mangiare a quella povera bestia", come se si potesse ignorare 40kg di pelo che piange per avere attenzione fuori dalla finestra.

Alla fine quando le ho detto che manderò il cane a caccia e mi nutrirò di uccellini, lucertole, topi e tutto quello che il cane porterà a casa, cucinando nelle sue padelle mi ha mandato a quel paese ed è tornata a urlare contro le valigie.

Domani concerto-cover dei Van Halen sul tavolino del soggiorno suonando una scopa e cantando col dentifricio.

venerdì 29 luglio 2011

Angels of the Universe

La locandina è davvero ridicola e da l'idea di un incrocio tra Bridget Jones e Sex and the City, in versione maschile e islandese.

La realtà è che viene definito il Qualcuno volò sul nido del cuculo islandese, liberamente ispirato all'omonimo libro del signor Einar Mar Gudmundsson e arrivato con applausi ed elogi agli European Film Awards del 2001. Ah, le colonne sonore sono un lavoro dei Sigur Ros.

Ovviamente in italiano non esiste e in streaming non si trova né in inglese, né sottotitolato.

Porca miseria.

mercoledì 27 luglio 2011

Illes Balears


Dopo essere stata bombardata di gente "famosa" che popolava le spiagge di Formentera e pubblicità sui siti di studenti per vacanze post maturità a Ibiza ho scelto di mettere piede su territorio spagnolo per la prima volta a Maiorca.

Già dall'aereo (prima volta con AirOne e devo dire che è un'ottima compagnia) si intravedeva l'entroterra dell'isola, brullo, abbastanza secco e simile a Sardegna e Corsica, solo un po' meno montuoso di quest'ultima.

Quello che, invece, nel momento delle prenotazioni ho vagamente intuito e che poi mi è stato confermato da una giornata passata a Palma è: Palma non ha una spiaggia. La cosiddetta "Platja de Palma" è davanti alle città lungo la costa appena fuori dal capoluogo e questa intuizione ci ha salvate, visto che se avessimo prenotato nell'area sbagliata avremmo avuto i porti e gli attracchi degli yatch invece della spiaggia. Ecco, quello sarebbe stato un giramento di palle mica da ridere.

Solo arrivare all'albergo a El Arenal ci si comincia a chiedere: ma le Baleari sono territorio spagnolo o colonia tedesca? Ed è una domanda legittima visto l'esagerato numero di locali per i cruccofoni (per esempio una delle vie centrali del paese chiamata proprio Bierstrasse), ma anche parrucchieri tedeschi, ristoranti tedeschi, medici e dentisti tedeschi. Sul lungomare, invece, i pub tedeschi (e qualche inglese) erano alternati a quelli olandesi, gestiti da olandesi e popolati da olandesi. E da me, il cui status di studentessa di olandese mi faceva sempre guadagnare interesse, stupore e qualche birra omaggio. Viva la vida!

El Arenal, alla fine, assomiglia molto a quelle città sulla riviera romagnola, tutti alberghi e tutti turisti. Con la differenza che il mare della Baia di Palma è pulito (e non è poco!), mentre la spiaggia alterna qualche piccolo stabilimento balneare a tratti di spiaggia libera e non è neppure la Liguria, con i suoi stabilimenti dalle sdraio sui piedi di quello davanti, gli ombrelloni carissimi e uno sputo di spiagge libere, abbastanza per 15 persone al massimo. Insomma, è una disposizione della spiaggia intelligente e pensata per il turista.


Il giorno dopo è stata la volta di Palma. La città "bassa" è una quasi-metropoli con palazzoni di vetro e fast food di rito, quella alta è la parte antica e l'unica interessante, contando anche il parco acquatico vicino alla riva e il castello poco fuori dalla città. Poi pomeriggio al mare e serata tra locali olandesi e pr che ti inseguivano offrendoti drink in discopub appena aperti. Viva la vida!

Secondo e ultimo giorno intero a Maiorca (una cosa breve, un po' per dimenticarsi della disastrosa Goteborg dell'anno scorso e un po' perchè sono già fin troppo in giro quest'estate), noleggio biciclette ed esplorazione della costa appena fuori da El Arenal. L'idea era di arrivare a Cap Blanc, una delle estremità più meridionali della zona, ma quando abbiamo scoperto che 3/4 della strada erano una statale, non una pista ciclabile, e per di più in salita, abbiamo abbandonato qualsiasi idea di arrivare a Cap Blanc o alla seconda destinazione nell'entroterra, Llucmajor.


La costa appena fuori dai 4km e passa di spiaggia di El Arenal è completamente diversa: molto meno turistica, piena di villoni e residence 4 stelle affacciati sul mare e sole spiagge libere, con l'unica condizione: "Riesci a stendere l'asciugamano? Allora puoi fermarti e stare lì quanto ti pare".

La pausa mattutina l'abbiam passata poco lontano dall'unica mezzaluna sabbiosa di Bellavista, una piccola insenatura di scogli, con relativo mare pieno di scogli. Il pomeriggio, a Cala Blava, ma poco lontano da El Arenal, abbiam trovato un'altra cala, più piccola, ma quasi un angolo di Caraibi. L'insenatura aveva il fondo sabbioso e l'acqua col colore di una piscina, circondato da degli scogli piatti che scendevano verso l'acqua poco profonda. Roba da non capire fino a quanto quella fosse opera della natura e quanto opera dell'uomo, visto gli scogli sì un po' a punta, ma a forma quasi di scalini.

Un pomeriggio laggiù, relax totale e una bella, classica scottatura: dietro alle ginocchia.

Comunque, esito della vacanza: vera vacanza, roba da tornare con il portafoglio di un miliardario e girarsela tutta. Unica pecca: la compagnia. In due, specie vista l'altra persona, non è sempre stato facile.

domenica 17 luglio 2011

Maratona nerd

Giornata dedicata a una maratona film (9.00-17.00 pasti inclusi) con tema film nerd. Lo ammetto, (banalmente) l'unico titolo che mi è venuto in mente all'inizio è stato The Social Network, ma i tre titoli proposti non si sono rivelati affatto male.

Benvenuti a Zombieland (2009)

Non era The Social Network, ma Jesse Eisenberg c'era e bisogna ammette che il ruolo del nerd gli riesce piuttosto bene, ma spero per lui si dedichi ad altri ruoli. Dopo il boom di Resident Evil il genere zombie è tornato alla ribalta, in Zombieland l'horror viene condito con l'umorismo e i comics: se all'inizio mi dava l'impressione di vedere qualcosa sulle orme di 28 giorni dopo (Eisenberg unico sopravvissuto di una città negli USA colpiti dalla "piaga del 21° secolo", una febbre che si è trasmessa dagli hamburger ottenuti con la carne di mucca pazza che trasforma le persone in zombie. Sì, fin qui ha tutti gli ingredienti del classico film di questo genere), poi procede in qualcosa di originale, a sè stante.
Eisenberg (Columbus) ha sempre vissuto in solitudine, immerso nei videogiochi e in succhi di frutta come unica fonte di sostentamento: non si vergogna nell'ammettere di essere pieno di fobie e fissazioni (dalla la classica paura dei clown all'abitudine di piegare la carta igienica in un certo modo prima di usarla). Ma queste sue fisse gli hanno permesso di elaborare un efficace piano anti zombie basato su più punti, tra cui "controlla sempre il sedile posteriore", "allenati alla corsa" (difatti qui gli zombie sembrano più dei centometristi) o "evita altri pericoli e allacciati sempre la cintura".
Molto carino. Anche per il cameo di Bill Murray in versione non morto, che apre pure le porte a riprese nella sua villa.


I Goonies (1985)
è un film cult degli anni Ottanta, uno di quelli che tutti i ragazzi che all'epoca erano poco più che adolescenti ricordano. Non so se è stato il fatto di averlo visto appena dopo al fantastico Benvenuti a Zombieland, o per una personale predisposizione all'odio verso i film da domenica pomeriggio su Italia 1, quelli con bambini che diventano eroi e salvano principesse, aziende in fallimento e caprette come se aprissero un barattolo di nutella, ma... i Goonies non mi hanno convinta.
Credo che il problema fondamentale sia che è fuori dalla sua epoca e uno direbbe "Sì, ma ce ne sono tanti degli anni Ottanta che sono ancora acclamati, per esempio, citando un altro film per ragazzi, Ritorno al futuro (1985)". Sì, è vero. Ma di ritorno al futuro ci sono citazioni ovunque, a momenti anche sui cereali, i Goonies sono poco citati, sono poco ricordati. Con questo non voglio dire che la bellezza di un film si basa sul numero delle citazioni, ma se viene ripreso spesso vuol dire che ha lasciato un'impronta decisamente più ampia di altri.
Riassumendolo, questo è un film che condensa le grande tematiche avventurose dell'epoca (tesori, pirati, trappole mortali, bande di ladri senza scrupoli...) mescolandolo alla classica epopea per ragazzi, il gruppo di avventurieri che esalta l'amicizia universale (tra personalità ed etnie differenti), la furbizia dei bambini rispetto al mondo impostato degli adulti e i primi amori, con la classica bellona (che poi mica tanto bella visto come andavano in giro conciati all'epoca), il rivale e il bacio finale. Una versione di Indiana Jones per bambini e ragazzi, insomma. Un po' più scarso, però.
E un giovanissimo Sean Astin, futuro Sam del Signore degli Anelli.


Scott Pilgrim vs. the world (2010)


Il film nerd per eccellenza (e canadese, non americano). Per chi non è appassionato di videogiochi e fumetti è un classico teen drama con il ragazzo solitario indeciso che cerca di conquistare la ragazza dei suoi sogni che degenera in un film traboccante di inutili effetti presi da eroi cartacei e di picchiaduro. Per chi, invece, apprezza anche solo una delle due cose citate sopra è un film geniale.
Anche qui il protagonista è un nerd, interpretato da Michael Cera (il ragazzo di Ellen Page in Juno) e per tutto il film si trovano avvenimenti e sceneggiature prese a piene mani da videogiochi come Tekken, Street Fighter, Soul Calibur e compagnia. Nonostante la perplessità di sorella e amici, e i suoi 22 anni, Scott è insieme a una ragazza cinese, che diventa subito la fan numero uno della sua band e si dimostra sempre più appiccicosa. Questo finchè Scott non scopre che la ragazza che ha sempre sognato esiste davvero e, dopo averla incontrata ad una festa, decide che è la donna giusta per lui. Ma (c'è sempre un ma) oltre a vincere la sua reticenza e l'alt di tutti i suoi conoscenti deve liberarsi dell'ingombrante passato di lei e vincere in una serie di combattimenti la Lega degli Ex, ovvero i 7 ex compagni di lei.
C'è assolutamente il picchiaduro, c'è un po' di GDR fantasy e c'è un bel lavoro equilibrato e senza pretese strane di presentare un messaggio finale.
Caruccio. E l'ex coi poteri vegani fa assolutamente morire dalle risate.

venerdì 15 luglio 2011

Déjà vu

Mi è stato chiesto di rispondere ad alcune domande sulle mie 3 settimane ad Hasselt. Dopo le prime 2 righe, già quando l'ispirazione mancava, ho avuto un flash accompagnato dalla sensazione che lasciano i déjà vu, di me alla stazione di Brussel Midi al telefono che aspetto il treno per l'aeroporto. O meglio, il gabbiotto che stavo guardando mentre ero al telefono con mia mamma e le dicevo che ero appena arrivata a Bruxelles.


Ma non ha senso ricordarsi di una stazione quando si è svaccati sul divano. Un'immagine che poi non mi era mai venuta in mente, fino ad oggi.

Alla fine ho scritto un papiro di 3 pagine.

martedì 12 luglio 2011

Le notti di Salem

Quasi tutti pensavano che l'uomo e il ragazzo fossero padre e figlio.

è uno dei miei libri preferiti in assoluto, da sempre e di recente l'ho pure riletto (io che tendo a evitare le riletture, o al massimo mi rileggo solo alcune pagine). E di nuovo in un giorno solo, ma questo mi capita invece quasi sempre con i libri di Stephen King.

Secondo libro pubblicato da King, Salem's Lot (che prima fu Second Coming, poi Jerusalem's Lot, per poi abbandonare tutte le sfaccettature religiose) si inserisce nel filone della letteratura sui vampiri nella scia di Dracula e di Intervista col vampiro, secoli prima della disastrosa venuta di Stephenie Meyer. Qualcuno dovrebbe togliere qualsialsi oggetto che permetta di scrivere a quella donna.

Come ci sono arrivata a questo libro è una storia a sé: devo ringraziare le bancarelle di svendita dei libri sul lungomare di Varazze, non proprio un mercatino delle pulci, ma poco ci mancava. Quelle bancarelle dove il libro più recente sarà del 2001 e se se ne trova qualcuno con il prezzo in euro ci si può considerare fortunati (in una di quelle ho trovato, per esempio, una guida del Touring Club italiano risalente all'epoca fascista, Guida dell'Africa Orientale Italiana, allegato al giornale, 10 euro. Come lasciarla lì?).

Sembra che in quelle bancarelle, dove i libri erano addirittura ordinati per genere o in ordine alfabetico per autore dai più pignoli, ci fosse una grande svendita di Stephen King. Più che nel periodo horror allora (14 anni) ero nel periodo fantasy e avevo finito per comprare un'edizione speciale de L'ultimo cavaliere, il primo della serie della Torre Nera.

Ma... non mi convinceva. Avevo letto un centinaio di pagine, ma la storia non mi quadrava, non mi appassionava e ho finito per lasciarla lì, riprendendo il libro che mi ero portata, Le streghe bambine di Salem di Frances Hill, un misto di romanzo e inchiesta (letturine leggere, oh!).

Un paio di sere dopo, torno alle bancarelle e decido di dare un'altra possibilità al signor King. Così mi è arrivato le notti di Salem.

I 3 euro e mezzo meglio spesi della mia vita.

sabato 9 luglio 2011

Gloria!

Ed ecco cosa si trova in pomeriggi tra fumetti e pc:


(devo assolutamente trovare chi canta questa fantastica cover di Gloria: hanno furbescamente estratto la parte in cui non si parla di "manchi a questa mano che lavora piano". A proposito, ho scoperto dell'esistenza di una versione inglese di Gloria, cantata sempre da Tozzi, ma con un testo completamente diverso da quello italiano).


E poi, direttamente dalle semifinali di Eurovision Music Contest 2010 la canzone presentata dalla Moldavia, Run Away dei Sunstroke Project & Olia Tira.
Titolo banalotto, ma, sì, non famosa come quella della vincitrice (Satellite di Lena per la Germania), ma conosciuta perché:


Tralasciando il tizio che gira su sè stesso col violino illuminato dalle lucine di Natale, il mito indiscusso qui è Sergey Stepanov o "Epic Sax Guy", che si muove come un assatanato e non muove neppure le mani per fingere di suonare.

Ci sono anche dei video in cui lui "suona" le stesse 4-5 note per 10 ore consecutive, penso il massimo per un video di Youtube.

Runaway si è classificata tra le 25 canzoni per la finale arrivando poi 22°. Già che è arrivata in finale!

giovedì 7 luglio 2011

Bitch Slap

Ok, prima di tutto perché ho deciso di vedere un film del genere e la ragione è tanto semplice quanto banale (degno preambolo di qualsiasi avventura, no?): dopo aver rivisto per la terza volta Parnassus- l'uomo che voleva ingannare il diavolo, continuando a capirlo e apprezzarlo sempre più, ho deciso che stasera mi sarei concessa una cosa più leggera, o un film comico demenziale o uno davvero trash, di quelli che ti fanno pensare: "Ma chi ha avuto il coraggio di finanziare questa roba?"

L'altra sera avevo intravisto Scemo e più Scemo, quindi il genere demenziale era ancora fresco. Poi, nel mio vagare su Internet sono capitata sui film in uscita quest'estate e mi ha sorpreso trovare questo, uscito in America nel 2009 (e ora già disponibile in dvd e compagnia bella) e proposto nei cinema nostrani solo ora, probabilmente per occupare quel vuoto di programmazione e l'assenza di grandi kolossal estivi che possano rivaleggiare con l'ultimo e sospirato Harry Potter.

Bitch Slap per l'Italia è accompagnato da un sottotitolo, le superdotate. Si capisce che termini del genere vengono di solito appioppati a film-parodie demenziali (vedi Treciento- chi l'ha duro la vince). Erroneamente, poi, credevo fosse appunto una parodia di un film sul filone di Charlie's Angels, invece già il poster dissipa ogni dubbio: non è un film-parodia.

Cominciamo dal cast, pressoché sconosciuto, se non per Erin Cummings (riconoscibile solo da chi ha visto Spartacus da poco).
E poi, sorpresa! Abbiamo tutta la crème de la crème dei telefilm a sfondo mitologico degli anni novanta, in ordine di apparizione: Michael Hurst (Iolao di Hercules), Kevin Sorbo (Hercules), Lucy Lawless (Xena) e Renée O'Connor (Olimpia di Xena). Tranne Hurst, che appare per una mezz'ora abbondante contando anche i vari flashback, gli altri fanno proprio un piccolo cameo di pochi minuti.

Il resto? Beh, il resto sembra più un grande film porno inesploso.
Ha tutti i cliché del porno di serie b: tre protagoniste (definite nei riassunti ufficiali "una sex bomb, una carcerata e una stripper"), chiari orientamenti sessuali delle tre, inquadrature di tette più numerose delle parole pronunciate e pure una scena di "lanciamoci i secchi d'acqua addosso" che non c'entra nulla con le scene precedenti. Ah, senza dimenticare le scene di rissa furiosa tra le protagoniste dalla bella durata di quasi 10 minuti (a quel punto vai al supermercato nei giorni in cui la pasta è scontata a 0,50 euro a scatola e vedi la rissa dal vivo).

Altro, la trama? Non l'ho capita. La sceneggiatura contava anche scene a rallentatore e ripetute come quelle di Paperissima dove ti fanno rivedere mille volte il bambino che cade
dal triciclo, solo che qui erano in corrispondenza di scene di pestaggio o di lapdance con il badile
(???).

Per la disperazione, avevo interrotto dopo 40 minuti (dei 109 totali), poi, spinta più che
altro da "Ho iniziato, vediamo come va afinire", l'ho finito.

Non è sicuramente un film per cui spenderei 7 euro al cinema, visto che ci ho speso una sera a malapena. Però è come se alla fine ti venisse da dire "è un film orribile, ma non è proprio il peggior film del mondo" e il motivo è uno solo: non si capisce fino a quanto le interpretazioni abbastanza deludenti, gli scenari di dubbia qualità e altri problemi del film siano capitati o siano voluti. Voluti come omaggio ai film degli anni Settanta, un tributo all'era dell'exploitation, le cui radici sì affondano nelle produzioni a basso costo incentrate su violenza e/o sesso degli anni Settanta-Ottanta, ma sono radici riemerse più recentemente in lavori come Kill Bill di Quentin Tarantino o Grindhouse di Robert Rodriguez, a cui Bitch Slap richiama in molti modi e in
altrettanti momenti.

Senza dimenticarci della citazione principe del film, ovvero quel Faster Pussycat! Kill! Kill!, cult del 1965, prima snobbato dal pubblico, poi elevato a simbolo della lotta femminista.

Infine, va aggiunto che però Bitch Slap raramente esagera: con l'eccezione della già citata scena dei secchi d'acqua, compresa di slow motion, e quella del bacio tra le due protagoniste, non ci sono scene di nudo, sesso esplicito, violenza gratuita che tanto si vedevano nei film a cui si ispira. A questo punto lo si può definire un vago omaggio all'exploitation o un porno inesploso e "nobilitato" dal fatto che si tende a creare una certa aspettativa, ma poi non si supera la camicia aperta.

Insomma, cercavo un film trash e l'ho trovato. Se avete una sera da buttare, magari per farsi due risate e un paio di birre, un'occhiata la si può anche dare. Se andate a comprare un biglietto per vederlo al cinema sono soldi buttati.

L'unica scena che vale la pena di vedere è Renée O'Connor, suora, che sussurra alla madre superiora, Lucy Lawless, dei suoi desideri carnali, che ormai superano gli oggetti inanimati, causando sconcerto e imbarazzo in quello che fu il volto di Xena.

Ecco, in quel momento ho riso di gusto.

martedì 5 luglio 2011

Spartaco e Harry



Un salto da un mese con quattro settimane di tre esami ciascuna a un'estate libera, vuota, free, di vacanze e svacco. Inoltre c'è anche l'aggravante di madre e sorella al mare fino a metà mese, quindi a casa da sola con cane pigro e padre che torna a casa per cena e va a dormire.

Ahhhhhhh, libertà!

Direi di cominciare a riprendere quello che non ho fatto da settembre a giugno, per esempio rilassarsi e alternare il tempo libero tra una serie tv in streaming sottotitolata e un libro da leggere, incominciando dalla serie di Harry Potter che ho letto fino al 4 rispettando i tempi di uscita, ma non la cronologia della serie. Così ho inizato dal prigioniero di Azkaban, poi La pietra filosofale, Il calice di fuoco e La camera dei segreti.

Molto probabilmente capirei di più della serie se la leggessi in ordine (il 3 però è il mio preferito finora).

Per le serie in streaming comincerei invece da Spartacus- Blood and Sand. Così, mi ispira. E poi c'è Lucy Lawless, l'indimenticabile Xena dei pomeriggi di Italia 1 dopo i Pokèmon.

domenica 3 luglio 2011

Off to Leiden


29/06: fine della sessione estiva. Risultato: 3/18 arretrati. Bene, a casa a far la valigia!

30/06: arrivo a Leiden.
Spezzo una lancia a favore di Easyjet, che merita il titolo di compagnia low cost, nonostante abbia i prezzi più alti di Ryanair. Perché?
a) atterra in aeroporti grossi, seri e importanti. Per esempio Schipol (Amsterdam) e non Eindhoven, praticamente quasi in Belgio.
b) Sali, viaggi, scendi. Senza hostess che continuano a romperti le palle con lotterie, merci esentasse, avanti e indietro, avanti e indietro col carrello del cibo.

Amsterdam- Schipol, il più grande aeroporto d'Olanda collegato col resto delle città da una comoda ferrovia sotterranea (altro che pullman alla cavolo di Orio al Serio o all'evanescente Malpensa Express). Problema?
"Ci scusiamo, ma il treno per Leiden Centraal oggi è soppresso. Vi invitiamo a recarvi al binario 5 per prendere l'intercity per Den Haag Centraal".
Oh, ma allora anche all'estero esiste un treno soppresso!

Corri su, dov'è il binario 5? Ah, ecco! Ma 5a o 5b? Oddio, boh, segui la gente. Treno in arrivo. "Scusi, ferma a Leiden?" "Sì", ok bona. 10 minuti per studiarmi la mappa della città alla ricerca dell'ostello.

Leiden Centraal, due uscite: una
verso la città e una verso l'ospedale. Ho sempre fortuna in queste cose e, ignorando bellamente il cartello
"LEIDEN CENTRUM --->" mi fiondo dalla parte opposta. Ritornando indietro dopo qualche minuto pensando "Lo sapevo, lo sapevo che sbagliavo. Cos'è successo ad Hasselt? Ho camminato mezz'ora prima di accorgermi di andare dalla parte opposta! Che poba".

Ostello. è stato facile trovarlo, non per vantarmi, ma ho ancora un buon senso
dell'orientamento, specialmente quando mi muovo a piedi. Apre un ragazzo, portoghese, che non parla una parola di olandese. Noto una specie di gabbia di metallo intorno alla gamba e delle stampelle sul divano, nonché una sedia a rotelle vicino al computer: "Sono caduto dalle scale tempo fa e mi hanno appena operato". Ah, ecco. Check in, saluti vari, domande di rito, poi alla camera.
Al secondo piano.
2 rampe di scale.

Le scale olandesi non sono quelle italiane. Sono ripide come una rampa di garage e tendono a curvarsi alla fine, in modo tale che il tuo naso tocchi quei gradini avanti di 4-5 posizioni rispetto a quello che stai facendo. Quel povero cristo è stato fortunato ad essersi fracassato solo una gamba.


1/07: giorno dell'appuntamento con l'affittuaria.
Ora delle 16 c'è tempo, prima giro per la città.
Il portoghese mi ha fatto trovare un cestino con una colazion
e tipica: pane con semini, marmellata, un coltello per tagliare il pane che più che un coltello è un machete di 20cm, prosciutto e... un uovo. Come appena fatto. Ho evitato accuratamente l'uovo, ignorandone il senso (per bellezza? è sodo? Non mi fido a sbatterlo contro il lavandino) e mangiato il resto.

Però, insomma, non potevo dire di essere tranquilla, ecco. Avevo sempre quel pensiero tipo "E se si dimentica l'appuntamento? E se cambia idea?" Col risultato che vago come un fantasma per la città fino alle 3 del pomeriggio, poi non mi trattengo più: giù fino a Nieuwe Rijn, arrivando alla casa con un imbarazzante anticipo di mezz'ora.

Dai, fai la brava, aspetta almeno le 15.50.
Non riesco, non ci riesco. Mi avvicino alla porta e panico: ci sono almeno 20 campanelli.
E mò? Suono selvaggio o mi limito ad aspettare la prima risposta?
Oh, suvvia, ammettiamolo. Chiunque sarebbe in grado di pensare a una soluzione seria e
razionale in un momento di pace mentale; io non lo ero. La soluzione migliore è stata quella di pigiare finché non ho sentito qualcuno correre giù dalle scale. Soluzione infantile, ma in quel momento la mia testa era quella di un bambino di 5 anni la mattina di Natale.

1/07, 16.18: ho il contratto. Ho la casa. Ho un tetto sopra la testa da Agosto a Febbraio. Un tetto con un letto, un divano, un armadio, 2 scrivanie e la vista sul canale.
Le centinaia di mail inviate ai siti di affitti si sono risolti con una botta di culo immensa, la risposta di una ragazza a cui non avevo neppure scritto, ma che aveva ricevuto il mio indirizzo da una sua amica. Grazie Rosanne e grazie amica di Rosanne!

Ora ci si può concedere un giro rilassato per Leiden. E un giro di messaggi/chiamate per comunicare l'evento.
Al mio ritorno all'ostello il portoghese mi intercetta, mi presenta
il convivente e mi chiede se non ho mangiato l'uovo perché sono vegetariana. No, è un uovo crudo, diamine! Come faccio a mangiarlo?! Ha cercato di rifilarmi uova in qualsiasi salsa per 5 minuti (omelette, frittata, sodo, à la coque): magnatelo te l'uovo, miseria!


2/07: i 16 gradi e il vento continuo si fan sentire. Mi sveglio abbastanza tardi e col mal di testa
che mi fa ricordare di non aver portato neanche un'aspirina: non ho neanche voglia di uscire dal piumone (ebbene sì, a Luglio si dorme ancora col piumone in terra olandese). Esco dalla stanza e mi prendo la colazione che il portoghese mi prepara, fortunatamente questa volta senza l'uovo crudo e ancora intero.

Risultato? Mi riaddormento di botto e mi sveglio un paio d'ore dopo sentendo la sigla di Heidi (sì, Heidi ti sorridono i monti e le caprette ti fanno ciao). Nonostante apprezzi un paio di episodi di Heidi in olandese (anche se non capivo una ceppa di quello che diceva il nonno) stavo già meglio: tempo di un nuovo giretto per la città!

Al rientro vengo intercettata (di nuovo) dal portoghese che mi chiede a che ora partirò domani "Alle 8" "Oh, non saremo in casa, ci salutiamo ora. Ti porto su qualcosa che potrai mangiare domani".

Nel giro di 3 secondi si materializza il convivente con 2 tramezzini e una birra: intravedo il contenuto dei tramezzini, insalata, prosciutto, pomodori e... uovo (sodo). Alla fine è riuscito a rifilarmelo.
Infine, preparazione della valigia con sottofondo V per Vendetta in lingua originale coi sottotitoli olandese. Fantastico.


3/07: partenza da Eindhoven alle 14.15
Linea Leiden-Utrecht-Eindhoven: bloccata da lavori in corso
Linea Leiden-Amsterdam-Eindhoven: possibilità 1, ma il treno delle 8.20 ha 30 minuti di ritardo.
Linea Leiden-Den Haag-Rotterdam-Eindhoven: la più breve, 1 cambio e poi diretti in aeroporto.

Scendo a Den Haag per il cambio: il tempo di dare un'occhiata allo schermo delle partenze per vedere che la mia coincidenza per Venlo è saltata.
Non essere volgare, capita: nel tuo paese i treni sono in mano a Trenitalia, non ti lamentare di un treno soppresso.

Risali sul treno e scendi a Rotterdam, da là prosegui con quello successivo.
Problema: la stazione di Dordrecht è bloccata, collegata solo da pullman. Ohoh, io DEVO passare per Dordrecht.
Calma, non essere volgare, pensa a Trenitalia, pensa a Trenitalia.

Su sul treno per Utrecht, praticamente torna al punto di partenza visto che Utrecht e Leiden sono alla stessa altezza: ma almeno da qui il treno diretto per Eindhoven c'è, è puntuale, è sul binario giusto e arriva a destinazione addirittura con 2 minuti di anticipo.

L'aereo parte alle 14.15 e il gate chiude alle 13.40. E allora perché sono le 13.45 e sugli schermi non è ancora apparso nulla? Nel giro di qualche secondo mi ritrovo circondata da un gruppetto di altri italiani (una famiglia, una coppia tamarra di 30 anni e una coppia di fattoni) le cui capacità linguistiche sono un 3+ di inglese e un -10 di olandese.
Alla fine si scopre che i computer di Eindhoven sono andati in tilt e bisogna ascoltare solo gli annunci sonori: bella forza, in un aeroporto affollato.
Non essere volgare, al massimo... poco volgare, ecco.
Ad un certo punto, una hostess con una voce più brillante delle altre riesce a mandare il messaggio: "Imbarco per Milano Bergamo dal gate 4" (ore 14.10)

è bastato che una delle signore che fino a quel momento è rimasta lì nella piccola enclave di italiani che mi chiedevano di tradurre ogni minimo annuncio in olandese ("Cos'ha detto?" "Nulla, è per l'imbarco di Barcellona" "E ora?" "è ancora Barcellona...") dicesse "oh, ha detto 4, ha detto 4!" perché il gruppo si disperdesse e ognuno andasse per i fatti suoi, senza un minimo cenno di saluto. Oh beh, di nulla eh! Gli olandesi ti vedono spaesato su un treno e ti spiegano come arrivare a destinazione, gli italiani non ti ringraziano neppure dopo averti rotto le palle mezz'ora su "Ma perché non dicono nulla di Milano?!"
Ora puoi essere volgare, molto volgare.

Next stop in Leiden: Agosto, questa volta in compagnia, prima di rimanere su definitivamente.
Next stop in Malpensa: Palma di Maiorca.

Sì, esatto. Dopo mete tutto fuorché popolari e/o tipicamente estive come Budapest e Goteborg, Palma di Maiorca. Speriamo in bene, oh!

venerdì 10 giugno 2011

Promemoria #3

Organizzazione della settimana:


13/06: firmare il voto di linguistica inglese
14/06: esame di cultura inglese 2
15/06: esame finale di lingua olandese 2
16/06: ultimo esame di integrazione europea
17/06: niets

Bene, la prossima è la settimana peggiore e per fortuna l'ultima con 3 esami. Mi sono stupita oggi del fatto di non averne ancora rimandato/saltato uno, mentre l'anno scorso un paio erano già slittati a settembre.

Sto migliorando, incredibile!

Inutile dire che la parte migliore sarà quello di cultura inglese.
Punto 1: è orale
Punto 2: è una presentazione copiabile pari pari da wikipedia con l'unico vincolo che si tratti di un paese del Commonwealth.

La prof è una sola per tutto il corso e all'ultima prova ha detto: "Avrò 3 giorni per sentire tutto il secondo anno e non faranno che portarmi Australia, Nuova Zelanda, India e Canada".

Vorrei far notare che del Commonwealth delle Nazioni fanno parte ben 54 stati e nei miei sondaggi pre esame per vedere un po' come si sono orientati gli altri solo altre tre persone mi hanno detto di fare stati al di fuori di quelli sopracitati, ovvero Nigeria, Trinidad and Tobago e Bahamas. Suvvia, un po' di varietà: io ero indecisa tra Kiribati e St Kitts and Nevis, ho scelto l'ultimo perché mi sembrava un po' più serio di una manciata di atolli nel Pacifico.

Un ultimo problema è recuperare alcuni voti di esami fatti. Insomma, è una scuola piccola, tutti hanno le mail di tutti, tranne quelle di un prof che si rifiuta di lasciare qualsiasi recapito: ma dico, dove vivi, nell'Iperuranio?

mercoledì 8 giugno 2011

Consigli europei di lavaggio

Simpatico esame di integrazione europea infilato a sorpresa (e con sollievo) nella sessione.

Politiche comunitarie: la politica energetica e la politica sociale, dai trattati istitutivi alle ultime modifiche del consiglio europeo di Goteborg del 2001. Charming.

No, scherzi a parte è un argomento molto interessante, ma con un sistema di valutazione piuttosto discutibile: inviare una ricerca, ricevere l'ok, impararla a memoria e ricopiarla in uno spazio di tempo che va dalle 2 ore, per i 3 esami durante il semestre, e le 3 ore per quelli di fine semestre. Domani è uno da fine semestre e sono 12 pagine in Times New Roman 10. Polso, se reggi quest'altro sforzo ti regalo un braccialetto nuovo.

Nel dubbio e nell'attesa che attecchiscano le nozioni vado a lavarmi i capelli con acqua non piovana, risciacquo poco gradito, ma ormai prassi di questi ultimi giorni.

sabato 4 giugno 2011

Promemoria #2

Organizzazione della settimana:


6/06: niets
7/06: traduzione scritta italiano>inglese (9.30)- storia dei paesi afroasiatici (9.30).
8/06: consegna dello scritto di storia economica
9/06: niets
10/06: presa note inglese>italiano (9.30).

Un mongolino d'oro ai due prof che si sono messi d'accordo su data e ora per mettere il loro primo appello.

Ragioniamo:
Il secondo appello di Tanzi è il 14/06, il secondo di storia il 28/06, un giorno prima di tedesco. Ma storia è un opzionale e non ho neppure bisogno dei crediti che guadagnerei, per di più 2. Facciamo che storia finisce a fine mese.

Devo recuperare il prima possibile i file per fare presa note ed inventarmi dei simboli decenti. Devo riprendere la mano in presa note.

Devo fare la relazione sulla situazione economico-finanziaria dell'Islanda. Più di 10 pagine, pochi schemi e immagini. Wikipedia, I have faith in you.

è la terza settimana con 3 esami, spero vada un po' meglio di quest'ultima, che ne ho fatti 3 e rifiutati due. E continuo ad essere dell'idea che Montgomery ci abbia messo meno a organizzare il contrattacco a El Alamein.

venerdì 3 giugno 2011

For the passion, for the glory

Nella serata dedicata allo studio matto e disperatissimo di linguistica inglese, ho parzialmente rivalutato il penultimo album degli Iron Maiden, A Matter of Life and Death (2006).

Problema di molti album: se ascoltato tutto di seguito è pesante, con parti strumentali di sei minuti e passa in alcuni brani. Se sezionato fa la sua figura, alcune canzoni sono davvero belle e perdono nell'insieme.

No, non ho ancora ascoltato The Final Frontier e no, non ho intenzione di farlo a breve. L'ultimo loro bell'album a mio avviso rimane comunque Dance of Death.



[Certo che uno deve essere proprio pirla a sistemare tutto il blog e non accorgersi di avere impostato il fuso orario di Pago Pago]

martedì 31 maggio 2011

Promemoria #1


Promemoria tesi: Dove i pendolari meneghini scelgono di sedersi in metropolitana


Le tesi interessanti sono quelle che riguardano temi comuni ed esperienze condivise. Per questo una tesi bella e originale sarebbe quella sul comportamento della gente in metropolitana, nello specifico, la scelta del posto.

Nel mio breve tragitto con la rossa ho la fortuna di partire dal capolinea (Rho Fiera) e toccare fermate con un relativo numero di gente: l'unica di un paese (Pero), il capolinea di varie linee d'autobus (Molino Dorino) e un quartiere densamente abitato e densamente brutto (San Leonardo).

Bene. A Rho Fiera la metro è vuota, a Pero sale ancora qualcuno, a Molino c'è la caccia al posto. Se non è un orario di punta, il pendolare ha ancora il lusso di poter scegliere dove sedersi e, quasi sempre:

-tutti cercano di sedersi nei posti esterni;
-la maggior parte delle persone tende a scegliere i posti che danno le spalle all'altro binario;
-tutti evitano i posti in fondo in fondo alla carrozza;
-le donne/ragazze si siedono vicino ad altre donne/ragazze;
-gli stranieri, i capelloni e gli uomini con la barba folta si creano il vuoto attorno;
-i vecchi puntano un posto e fanno scatti alla Usain Bolt;
-se c'è un posto per 5 persone che l'hanno puntato scatta la corsa, abbastanza discutibile, con salto finale sul posto. Nessuna pietà per vecchi, donne e bambini, chi grida più forte la vacca l'è sua.

Ci dev'essere una formula matematica dietro tutto questo, ci deve essere...

dimenticavo:
-tutti cristano se si beccano la metro supermoderna con l'annunciatrice che rompe da Pero in poi ricordandoti fermate, dove si scende, collegamenti con altre linee in italiano e inglese (corretto da un'anima pia che non ne poteva più di sentire "please, exit" [Questo è un calco! cit.] al posto di "please, get off the train").

Utile eh, ma aspetta di fare stazioni come Cadorna e Garibaldi, che hanno una lista di collegamenti con altre linee lunga come il mio avambraccio.

lunedì 30 maggio 2011

Urlando al demonio

Tra i miei rapporti di amore odio c'è sicuramente quello con i soldi, come capita a molti altri, credo. Insomma, basta tenere conto che non uso il portafoglio come 3/4 delle persone normali, preferisco di gran lunga le tasche dei jeans, col risultato che quando capita di tirare fuori un 10 euro (o un 20 a essere fortunata) tutto spiegazzato sembro uno spacciatore che ha appena venduto una dose.

Le mie tasche inoltre pullulano di spiccioli, come il mio portafoglio inutilizzato pullula di vecchi scontrini e corone svedesi. Capita manca un'ora all'arrivo del mio treno e capita che passo in edicola a dare un'occhiata agli scaffali. Capita che ormai ho rinunciato alle riviste di musica e mi butto direttamente sui fumetti, evitando i manga dai costi lievitati e le serie americane infinite. A mio rammarico, adoro tutto quello che è fumetto ed è sempre una sofferenza non poterli prendere tutti.

Così ho preso l'ultimo numero di uno dei pochi fumetti che prendo con regolarità, John Doe, che, ovviamente ho finito prima di arrivare in stazione, rischiando un frontale con un palo, un volo dalle scale e una zuccata a un addetto delle pulizie di Rho Fiera.

Ho sempre pochi soldi, perchè comprare fumetti che finisco in 3 secondi e mezzo?

Shout at the Devil -Motley Crue
Devil in Disguise -Elvis Presley
Helter Skelter- Beatles
Devil inside -INXS
N.I.B. -Black Sabbath
Paradise City -GnR

e un vecchio albo con Bed of Nails di Alice Cooper (leggendo la
traduzione italiana chiedersi "Ma io questa la conosco, ma cos'è?". Eh sì, sono tarda, scusa Alice) e un altro con Stairway to Heaven.

Come si fa a dire di no a una playlist del genere?

E vacca rana se non era figo sto numero.

mercoledì 25 maggio 2011

23 is niet genoeg voor mij

Oggi, 24 Maggio 2011, ho rifiutato per la prima volta un voto finale di un esame ( lettura di un testo in inglese e traduzione simultanea in italiano nobilitata con il nome di "traduzione a vista").

Potrò ridare quest'esame solo a settembre quando, si spera, sarò già su a Leida in Erasmus. Si spera.

Ora, a prima vista uno potrebbe pensare: "Perché rifiutare il voto andandosi a ingolfare in date assurde, sapendo già che non prenderai mai un aereo dall'Olanda per tornare e fare un esame di cinque minuti? E che questo slitterà, pensando positivo, a febbraio se non a giugno 2012?" Questione di orgoglio di non scendere al di sotto di quella "soglia 25" che ci si era imposti? O solo gusto sadico di complicarsi la vita alla ricerca di inutili bagarre?

Ah, vero, non devo usare "bagarre". Non sono Guido Meda.

In ogni caso, quell'esame l'ho dato e quel voto non c'è, per mia scelta personale, sul libretto. E devo dire che non mi dispiace affatto :D

domenica 22 maggio 2011

Evoluzionismo poco darwiniano


Dovrei studiare, non cazzeggiare in questi giorni, ma ieri sono inciampata, del tutto inconsapevolmente lo giuro, in un episodio della prima serie dei Cavalieri dello Zodiaco, quella degli anni Ottanta.Li trasmettevano quando avevo circa... ehm... 6-7 anni (mi pare fosse intorno al 1997), prima su Telelombardia, poi finalmente su Italia 1 e, oh, li adoravo. Loro e Sailor Moon. Una scelta molto equilibrata, devo ammettere, passare dalla scalata alle 12 case a una bionda svampita che implora l'aiuto del cavaliere mascherato.

Sailor Moon ultimamente sta godendo di una nuova primavera, vedo prodotti ovunque e ho anche visto apparire in edicola la nuova edizione del manga (copertine in plastica fantastiche, ma checcavolo, 5 euro? No, dico, 5 euro?!).

I cavalieri li abbiamo persi negli archivi Mediaset. Ammetto che mi affascinava tutta l'idea di fondo delle costellazioni e non si può non riconoscere la genialità di Kurumada nel rielaborare un tema che avevamo sotto gli occhi (anzi, sopra le nostre teste) tutto il tempo in modo così originale e accattivante.
Un po' come Kishimoto ha fatto con i ninja in Naruto.
Ammetto, però, che all'epoca facevo un po' di fatica a seguire i dialoghi e che mandavo avanti gli episodi registrati su cassetta col logo di Telelombardia in basso a destra (ah, la preistoria!) quando iniziavano a parlare di moralità, rispetto per l'avversario, forza di volontà.

Riprendendoli adesso questi discorsi e il loro sublime doppiaggio hanno un senso e un filo logico, il che nobilitava i cavalieri rendendoli, a mio avviso, una produzione di gran lunga superiore a quelle che giravano all'epoca (mi riferisco tra gli altri a Ranma 1/2, Dragon Ball, che adoravo, mettiamo in chiaro, ma erano tutt'altra cosa: Goku e compagni preferivano monologhi a urli da far invidia a Rob Halford degli anni migliori e i flussi di coscienza di Ranma erano sostituiti da una sovraesposizione di tette e mutandine).

La cosa che non ho mai e dico MAI amato dei Cavalieri era il manga originale, arrivato in Italia nel 1992 (avevo 2 anni all'epoca, per questo il primo numero originale l'ho preso a 11 anni) con la Granata Press (la stessa di Ken il Guerriero, Ranma 1/2 e Lady Oscar per esempio).
Fallita la Granata, la Star Comics si è incaricata di portare avanti le avventure dei Cavalieri, ma diciamocelo: i disegni, a mio avviso, era
no davvero pessimi.

Non ho nulla da dire sulla storia, ma tuttora quando trovo i miei vecchi manga e vedo quei visi storti e spiattellati sul foglio, talvolta senza proporzioni, come la grafica di Pokèmon Blu per il Game Boy Color mi viene la tristezza addosso.

E mi sa tanto che la tristezza è venuta anche a quelli che ci hanno dovuto lavorare per creare l'anime. Non solo avevano il problema dei disegni, ma avevano anche il problema colori: nel bianco e nero del manga, infatti, i personaggi biondi con armature d'oro (più di quelli che si immaginano) non davano fastidio. Nell'anime avrebbero dato fastidio come le piastrelle bianche del marciapiede in Corso Buenos Aires sotto il sole di Luglio, per intenderci.

Ed ecco spiegato l'abbondanza di personaggi con capelli blu/verdi nelle prime serie (guerra galattica, le 12 case, Asgard e Nettuno). Il doppiaggio, come ho già detto, era sublime, la qualità dell'anime era splendida per l'epoca e il successo è stato enorme. Ma all'appello mancava la serie di Ade. La serie classica terminò nel 1989.

La primavera dei Cavalieri dello Zodiaco è arrivata nel 2002, quando, finalmente, anche la serie di Ade ha avuto la sua trasposizione in anime. Colori brillanti delle nuove tecnologie hanno permesso di ravvivare quel festival funereo di nero-grigio scuro- grigio ponga-viola e un'esplosione di personaggi con gli occhi verde ringhiera ha rilanciato Pegasus e compagni.

Non si può dire lo stesso della loro versione cartacea. Salvando il salvabile, nel 2002 partì il nuovo manga, Episode G, una specie di preludio alla serie classica e alla scalata delle 12 case. Storia interessantissima, ma di nuovo sbagliati i disegni, questa volta affidati a Megumu Okada, dallo stile più vicino a quell'abominio sdolcinato e colorato di Principesse Sirene, col risultato che i personaggi avevano gli occhioni grandi e i fisici minuti delle principesse canterine, mancavano giusto i microfoni e i bikini a forma di conchiglie. Per la cronaca, la serie è ancora in corso, i cavalieri, non le sirene, grazie al cielo.

Non solo l'anime, anche i film dei cavalieri andavano forte, il problema è sempre stata la versione cartacea. Nel 2006 è stato quasi (e dico quasi) un sollievo vedere Kurumada rimettersi al lavoro con le illustrazioni di Next Dimension-Myth of Hades che riprende la serie di Ade rivedendone gli avvenimenti e modificandoli attraverso salti temporali.
Nel 2006 avviene anche il miracolo cartaceo: mescolando lo stile di Kurumada a quello dell'anime, Shiori Teshirogi, oltre ad essere la prima donna a mettere concretamente mano alla serie, rilancia anche i cavalieri in versione manga con Lost Canvas. Volumi piccolissimi dal prezzo più che abbordabile e con disegni che rendono finalmente giustizia a tutta la saga.

Per calmare i fan che avrebbero obbligato la Teshirogi a ridisegnare tutta la serie pur di vedere anche un solo cavaliere con la faccia dritta e non a forma di trapezio spastico, i personaggi di Lost Canvas sono la copia sputata dei personaggi della serie classica (vedi i cavalieri d'oro, addirittura con le stesse pettinature e simpatie/antipatie tra di loro). Cosa mancava alla perfezione di Lost Canvas? La serie animata, iniziata nel 2009 e tuttora in corso.

Ok, ci sono ancora un paio di racconti in sospeso e anteprime che Kurumada ci ha fatto assaggiare, ma che tiene ancora gelosamente nascoste negli anfratti della sua scrivania, ma per ora ci accontentiamo di Lost Canvas. E delle fanart che, permettetemi, talvolta sono anche meglio delle illustrazioni originali.

venerdì 20 maggio 2011

Himnarìki og helviti


"Nulla mi è delizia, tranne te.

Milton era cieco come il capitano, un poeta inglese che aveva perso la vista da adulto. Aveva composto versi nelle tenebre e sua figlia li aveva trascritti per lui. Per cui rendiamo grazie alle sue mani, che speriamo abbiano avuto una vita propria al di là di quelle poesie, speriamo abbiano potuto abbracciare qualcosa di più caldo e di più morbido dello stelo di una penna.

Ci sono parole che hanno il potere di cambiare il mondo, capaci di consolarci e di asciugare le nostre lacrime. Parole che sono palle di fucile, come altre sono note di violino. Ci sono parole che possono sciogliere il ghiaccio che ci stringe il cuore, e poi si possono anche inviare in aiuto come squadre di soccorso quando i giorni sono avversi e noi forse non siamo né vivi né morti.
Ma le parole da sole non bastano e finiamo a perderci nelle lande desolate della vita se non abbiamo nient'altro che una penna a cui aggrapparci.

Or scende la sera a deporre il manto greve d'ombre su ciascuna cosa.

Versi composti in una tenebra che non si dirada mai da quegli occhi, trascritti da una mano femminile, tradotti in islandese da un reverendo dotato di ottima vista ma che a volte viveva in tale indigenza da non avere nemmeno la carta per scrivere e doveva usare il cielo sopra la valle dell'Horgà come foglio".
[Jon Kalman Stefansson, Paradiso e Inferno]


Dat is prima, direbbe un olandese.
è quasi l'una di notte (del mattino, per chi preferisce una visione più pessimistica accorciando il tempo e saltando già al mattino del caffè in cucina e del treno da prendere). Dicevo, quasi l'una del mattino e io, accompagnata dai brani di Still Loving You degli Scorpions sto trascrivendo un passaggio che, a mio dire, è semplicemente perfetto, un estratto di letteratura moderna islandese, così snobbata, così assente dalla mente dei lettori nostrani e dalle pagine della critica.

Un vero peccato.

I'm still living for tomorrow
I'm living for today
Cause love will find a way, my friend
Whatever it will take

I'm still living for tomorrow
I'm living for today
Why don't we try today, my friend
To make this world a better place?
(dite e pensate quel che volete, ma qui Meine e compagni sono fantastici).

Ok, è l'una passata.
Dat is prima!