domenica 3 luglio 2011

Off to Leiden


29/06: fine della sessione estiva. Risultato: 3/18 arretrati. Bene, a casa a far la valigia!

30/06: arrivo a Leiden.
Spezzo una lancia a favore di Easyjet, che merita il titolo di compagnia low cost, nonostante abbia i prezzi più alti di Ryanair. Perché?
a) atterra in aeroporti grossi, seri e importanti. Per esempio Schipol (Amsterdam) e non Eindhoven, praticamente quasi in Belgio.
b) Sali, viaggi, scendi. Senza hostess che continuano a romperti le palle con lotterie, merci esentasse, avanti e indietro, avanti e indietro col carrello del cibo.

Amsterdam- Schipol, il più grande aeroporto d'Olanda collegato col resto delle città da una comoda ferrovia sotterranea (altro che pullman alla cavolo di Orio al Serio o all'evanescente Malpensa Express). Problema?
"Ci scusiamo, ma il treno per Leiden Centraal oggi è soppresso. Vi invitiamo a recarvi al binario 5 per prendere l'intercity per Den Haag Centraal".
Oh, ma allora anche all'estero esiste un treno soppresso!

Corri su, dov'è il binario 5? Ah, ecco! Ma 5a o 5b? Oddio, boh, segui la gente. Treno in arrivo. "Scusi, ferma a Leiden?" "Sì", ok bona. 10 minuti per studiarmi la mappa della città alla ricerca dell'ostello.

Leiden Centraal, due uscite: una
verso la città e una verso l'ospedale. Ho sempre fortuna in queste cose e, ignorando bellamente il cartello
"LEIDEN CENTRUM --->" mi fiondo dalla parte opposta. Ritornando indietro dopo qualche minuto pensando "Lo sapevo, lo sapevo che sbagliavo. Cos'è successo ad Hasselt? Ho camminato mezz'ora prima di accorgermi di andare dalla parte opposta! Che poba".

Ostello. è stato facile trovarlo, non per vantarmi, ma ho ancora un buon senso
dell'orientamento, specialmente quando mi muovo a piedi. Apre un ragazzo, portoghese, che non parla una parola di olandese. Noto una specie di gabbia di metallo intorno alla gamba e delle stampelle sul divano, nonché una sedia a rotelle vicino al computer: "Sono caduto dalle scale tempo fa e mi hanno appena operato". Ah, ecco. Check in, saluti vari, domande di rito, poi alla camera.
Al secondo piano.
2 rampe di scale.

Le scale olandesi non sono quelle italiane. Sono ripide come una rampa di garage e tendono a curvarsi alla fine, in modo tale che il tuo naso tocchi quei gradini avanti di 4-5 posizioni rispetto a quello che stai facendo. Quel povero cristo è stato fortunato ad essersi fracassato solo una gamba.


1/07: giorno dell'appuntamento con l'affittuaria.
Ora delle 16 c'è tempo, prima giro per la città.
Il portoghese mi ha fatto trovare un cestino con una colazion
e tipica: pane con semini, marmellata, un coltello per tagliare il pane che più che un coltello è un machete di 20cm, prosciutto e... un uovo. Come appena fatto. Ho evitato accuratamente l'uovo, ignorandone il senso (per bellezza? è sodo? Non mi fido a sbatterlo contro il lavandino) e mangiato il resto.

Però, insomma, non potevo dire di essere tranquilla, ecco. Avevo sempre quel pensiero tipo "E se si dimentica l'appuntamento? E se cambia idea?" Col risultato che vago come un fantasma per la città fino alle 3 del pomeriggio, poi non mi trattengo più: giù fino a Nieuwe Rijn, arrivando alla casa con un imbarazzante anticipo di mezz'ora.

Dai, fai la brava, aspetta almeno le 15.50.
Non riesco, non ci riesco. Mi avvicino alla porta e panico: ci sono almeno 20 campanelli.
E mò? Suono selvaggio o mi limito ad aspettare la prima risposta?
Oh, suvvia, ammettiamolo. Chiunque sarebbe in grado di pensare a una soluzione seria e
razionale in un momento di pace mentale; io non lo ero. La soluzione migliore è stata quella di pigiare finché non ho sentito qualcuno correre giù dalle scale. Soluzione infantile, ma in quel momento la mia testa era quella di un bambino di 5 anni la mattina di Natale.

1/07, 16.18: ho il contratto. Ho la casa. Ho un tetto sopra la testa da Agosto a Febbraio. Un tetto con un letto, un divano, un armadio, 2 scrivanie e la vista sul canale.
Le centinaia di mail inviate ai siti di affitti si sono risolti con una botta di culo immensa, la risposta di una ragazza a cui non avevo neppure scritto, ma che aveva ricevuto il mio indirizzo da una sua amica. Grazie Rosanne e grazie amica di Rosanne!

Ora ci si può concedere un giro rilassato per Leiden. E un giro di messaggi/chiamate per comunicare l'evento.
Al mio ritorno all'ostello il portoghese mi intercetta, mi presenta
il convivente e mi chiede se non ho mangiato l'uovo perché sono vegetariana. No, è un uovo crudo, diamine! Come faccio a mangiarlo?! Ha cercato di rifilarmi uova in qualsiasi salsa per 5 minuti (omelette, frittata, sodo, à la coque): magnatelo te l'uovo, miseria!


2/07: i 16 gradi e il vento continuo si fan sentire. Mi sveglio abbastanza tardi e col mal di testa
che mi fa ricordare di non aver portato neanche un'aspirina: non ho neanche voglia di uscire dal piumone (ebbene sì, a Luglio si dorme ancora col piumone in terra olandese). Esco dalla stanza e mi prendo la colazione che il portoghese mi prepara, fortunatamente questa volta senza l'uovo crudo e ancora intero.

Risultato? Mi riaddormento di botto e mi sveglio un paio d'ore dopo sentendo la sigla di Heidi (sì, Heidi ti sorridono i monti e le caprette ti fanno ciao). Nonostante apprezzi un paio di episodi di Heidi in olandese (anche se non capivo una ceppa di quello che diceva il nonno) stavo già meglio: tempo di un nuovo giretto per la città!

Al rientro vengo intercettata (di nuovo) dal portoghese che mi chiede a che ora partirò domani "Alle 8" "Oh, non saremo in casa, ci salutiamo ora. Ti porto su qualcosa che potrai mangiare domani".

Nel giro di 3 secondi si materializza il convivente con 2 tramezzini e una birra: intravedo il contenuto dei tramezzini, insalata, prosciutto, pomodori e... uovo (sodo). Alla fine è riuscito a rifilarmelo.
Infine, preparazione della valigia con sottofondo V per Vendetta in lingua originale coi sottotitoli olandese. Fantastico.


3/07: partenza da Eindhoven alle 14.15
Linea Leiden-Utrecht-Eindhoven: bloccata da lavori in corso
Linea Leiden-Amsterdam-Eindhoven: possibilità 1, ma il treno delle 8.20 ha 30 minuti di ritardo.
Linea Leiden-Den Haag-Rotterdam-Eindhoven: la più breve, 1 cambio e poi diretti in aeroporto.

Scendo a Den Haag per il cambio: il tempo di dare un'occhiata allo schermo delle partenze per vedere che la mia coincidenza per Venlo è saltata.
Non essere volgare, capita: nel tuo paese i treni sono in mano a Trenitalia, non ti lamentare di un treno soppresso.

Risali sul treno e scendi a Rotterdam, da là prosegui con quello successivo.
Problema: la stazione di Dordrecht è bloccata, collegata solo da pullman. Ohoh, io DEVO passare per Dordrecht.
Calma, non essere volgare, pensa a Trenitalia, pensa a Trenitalia.

Su sul treno per Utrecht, praticamente torna al punto di partenza visto che Utrecht e Leiden sono alla stessa altezza: ma almeno da qui il treno diretto per Eindhoven c'è, è puntuale, è sul binario giusto e arriva a destinazione addirittura con 2 minuti di anticipo.

L'aereo parte alle 14.15 e il gate chiude alle 13.40. E allora perché sono le 13.45 e sugli schermi non è ancora apparso nulla? Nel giro di qualche secondo mi ritrovo circondata da un gruppetto di altri italiani (una famiglia, una coppia tamarra di 30 anni e una coppia di fattoni) le cui capacità linguistiche sono un 3+ di inglese e un -10 di olandese.
Alla fine si scopre che i computer di Eindhoven sono andati in tilt e bisogna ascoltare solo gli annunci sonori: bella forza, in un aeroporto affollato.
Non essere volgare, al massimo... poco volgare, ecco.
Ad un certo punto, una hostess con una voce più brillante delle altre riesce a mandare il messaggio: "Imbarco per Milano Bergamo dal gate 4" (ore 14.10)

è bastato che una delle signore che fino a quel momento è rimasta lì nella piccola enclave di italiani che mi chiedevano di tradurre ogni minimo annuncio in olandese ("Cos'ha detto?" "Nulla, è per l'imbarco di Barcellona" "E ora?" "è ancora Barcellona...") dicesse "oh, ha detto 4, ha detto 4!" perché il gruppo si disperdesse e ognuno andasse per i fatti suoi, senza un minimo cenno di saluto. Oh beh, di nulla eh! Gli olandesi ti vedono spaesato su un treno e ti spiegano come arrivare a destinazione, gli italiani non ti ringraziano neppure dopo averti rotto le palle mezz'ora su "Ma perché non dicono nulla di Milano?!"
Ora puoi essere volgare, molto volgare.

Next stop in Leiden: Agosto, questa volta in compagnia, prima di rimanere su definitivamente.
Next stop in Malpensa: Palma di Maiorca.

Sì, esatto. Dopo mete tutto fuorché popolari e/o tipicamente estive come Budapest e Goteborg, Palma di Maiorca. Speriamo in bene, oh!

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