giovedì 5 settembre 2013

Parto da un presupposto, ma è sbagliato

Stamattina è morto il caricabatterie del portatile.


Dopo qualche giorno di agonia sfruttando le tecniche di rianimazione imparate grazie ad anni di litigate con auricolari scadenti che si rompevano dopo un paio di giorni, chiunque sa che se giri il filo in un certo modo o tieni premuto un punto il sistema funziona comunque. Ma è un trucco che dura 3, 4 giorni, almeno fino a quando il cavo in questione spira definitivamente o non ne puoi più di assumere la posizione della mezza luna per ascoltare la musica o caricare la batteria del pc.

L'equazione in questi casi è semplice:
prendi atto della dipartita del caricabatterie -> prendi atto di dover sborsare x euro -> vai al negozio di elettronica più vicino.

Io e la tecnologia non andiamo d'accordo, quindi questo non mi aiuterà nell'interazione con il commesso che, molto probabilmente (spero per lui), sa tutto. E spero sia anche abituato ad avere a che fare con clienti che non sanno esprimersi.

Il negozio di elettronica nel centro commerciale è il più grande insieme al supermercato, il reparto di computer è in fondo. Supero videogiochi, dvd, telefonia, libri e intercetto subito un commesso libero che, già di per sé, è un evento.
"Buongiorno, mi si è rotto il caricabatterie del portatile: nel senso, la batteria si accende ancora, credo sia un problema di collegamento tra batteria e pc".

Lui mi squadra dalla testa ai piedi.
Se lavori fisso nel reparto computer hai a che fare con vagonate di gente che vogliono acquistare pc portatili, accessori per pc, tablet di solito senza aver ben chiaro cosa vogliono, quindi devi indirizzarli. Se lavori da molto tempo in quel campo poi capisci a colpo d'occhio chi di questi argomenti capisce qualcosa, chi va per sentito dire e chi non capisce proprio un cavolo. Io faccio parte della terza categoria, lo capisce subito perché mi presento, da genia, senza il caricabatterie vecchio.

"E' un Acer" dico. Mi guarda con l'espressione di un cuoco a cui hanno appena detto "Il rosso è l'albume dell'uovo". Assume il tono della maestra d'asilo che parla col bambino di 6 anni, quelli abbastanza grandicelli, ma che ancora non ci stanno di testa.
"E' una questione di voltaggio, non di marca. Ti do... questo, è quello che vendiamo di più, per esclusione dovrebbe funzionare".



Torno a casa col nuovo caricabatterie.
Ha un regolatore di voltaggio tra la batteria e la connessione al pc: leggo le istruzioni che spiegano come capire il voltaggio necessario, 19 dice il retro del portatile, 19 è presente sul regolatore.

Il regolatore può essere girato solo con una chiave o un cacciavite. E vabbè, cacciavite, distruggi la freccetta al centro (che da freccetta diventa una fessurina indefinita), punta 19, collega alla presa, collega al pc...

... nessun segno di vita.



Ricomincio: voltaggio corretto, cavo per la connessione a pc Acer corretto, presa inserita, corrente inserita, ma ancora nessun segno di vita. Dopo 5 minuti di tentativi il pc mi segnala che ha ancora 20 minuti di autonomia.


Torno al centro commerciale, supero una coppia che discute di macchine fotografiche, un bambino che stava provando un videogioco in mezzo al corridoio e intercetto di nuovo il commesso. Appena mi vede la sua espressione trasmette derisione, tradotto: "Come diavolo fai a non saper far funzionare un semplicissimo caricabatterie?"

Gli spiego la dinamica, ma sembra impegnato a deridermi tra sé e sé. Ne ho la conferma quando chiede:
"Ma la batteria si accende?"
"Sì"
"Quindi la corrente era attaccata?"
No, di solito alimento il pc a lume di candela: "Sì"
"E la presa funziona? Hai provato a cambiarla?"
"Ne ho provate 3 diverse"
"Ah..."

Gli mostro il caricabatterie vecchio e gli dico, da profana, che su quello non c'è il regolatore manuale di voltaggio.
"E' il modello automatico quello, ma non ne ho più" riecco il tono da maestra di asilo: "Il voltaggio è giusto?"
"Sì, ho controllato come dicevano le istruzioni. 19"
"E l'hai messo su 19?"


Sono d'accordo, non do l'impressione di una che capisce tutto di computer e tecnologia in senso lato.
Ciò non toglie che i libretti di istruzione riesca a leggerli e metterli in pratica da sola e che non vado a rompere le scatole a un commesso per un problema alla cui soluzione può arrivare anche un bambino in età prescolare se qualcuno gli legge le istruzioni.

Questo povero commesso m'ha vista come una delle centinaia ochette che frequentano i negozi di tecnologia con la stessa preparazione cui Paris Hilton frequenta una biblioteca. E magari ce ne sono anche molte, ma allora evita di farmi parlare 5 minuti sui problemi che ho riscontrato per poi chiedermi se avevo capito, dopo aver letto 19, che il 19 andava anche sul regolatore.

"Sì, ho messo 19"
"Mh. Sicura che sia il voltaggio giusto? Il 19, dico... sai, è il numero del voltaggio"


Le donne non capiscono nulla di tecnologia e non sanno guidare.
Sono affermazioni che hanno un fondo di verità, ma non sono verità assolute, ci puoi ridere al bar una sera o in pausa pranzo quando hai appena assistito a un tamponamento e concludi con "Sarà stata una donna".
In 5 anni di guida ho visto donne e uomini tagliare strade, ignorare l'uso delle frecce (ma non del clacson), piallarsi in mezzo alla strada con le quattro frecce, non capire come funzionano le doppie corsie delle rotonde e via così. L'essere imbecille non è una questione di sesso, è che se devi andare a destra e inchiodi di colpo senza mettere la freccia, che tu sia uomo o donna, sei imbecille (e se quello dietro ti stava a 2cm allora sei un imbecille col culo sfondato).


Da questa discussione col commesso non guadagno nulla se non: "Provaci ancora. Se hai ancora problemi torna col pc" tradotto: "Provaci ancora, non è difficile, non farti dare della cogliona davanti a tutto il negozio".

Torno a casa, riprovo tutto da capo con la consapevolezza che o scendeva la Fata Turchina con la bacchetta magica o sarei dovuta tornare là ad affrontare Mr "Ma hai messo la presa?".

La Fata non s'è vista e il pc ha lanciato l'allarme "Ancora 8 minuti di autonomia!"



Quando il commesso m'ha vista arrivare col pc in braccio stava sistemando delle scatolette vuote. Le ha appoggiate e ha assunto movenze ed espressione di chi sta per affrontare una sfida dalla soluzione semplicissima che ha capito solo lui.
Come l'uomo della sicurezza si è avvicinato alla signora che anni fa urlava nel parcheggio dell'Esselunga "MI HANNO RUBATO LA MACCHINA!!!" dopo averla vista parcheggiare nell'area verde e non in quella blu. "Signora, è un'Audi rossa con targa Novara?" "...sì" "Guardi che è nell'altra area".

Mirava a farmi assumere la stessa espressione della signora dopo che le era stato rivelato l'errore, quando poi si è sentita in dovere di scusarsi con la decina di persone che le si era radunata intorno. Mirava a sottolineare il suo ruolo di uomo alfa nel reparto tecnologia, prende il pc in modo plateale, controlla le impostazioni del caricabatterie, chiacchierando col collega di "Persone non abituate ad avere al che fare col pc", inserisce la presa...

...nessun segnale di vita.

Il maschio alfa è perplesso. Ricontrolla le impostazioni.
Niente.
Cambia presa.
Niente.
Controlla le impostazioni, cambia presa, controlla il voltaggio.
Niente.

Osservavo la scena appoggiata al bancone come il Drugo nel Grande Lebowski guarda Walter che fa il discorso sull'illegalità di tenere un roditore anfibio in casa.



"Sarà difettoso l'apparecchio" dice perplesso.
Ah. Quando io dicevo che non funzionava dovevo ricollegare la presa, non sai farlo funzionare tu è colpa del caricabatterie.

Si allontana, ne prende un altro, lo prova. Tocca la batteria. Non funziona neanche quello.
Alza le spalle: "Penso sia un problema del pc, il caricabatterie è caldo" dice guardandomi con l'aria di chi ha capito tutto.

"Non è solo un problema di cavo?"
"No, no, non credo sia statisticamente possibile provare due caricabatterie difettosi"
"O anche della parte di collegamento al pc. Vede lo spinotto di quello vecchio è un po' storto."
"No, no" si sa che più ti ripeti una cosa più diventa automaticamente vera: "Il problema qui è del pc. Portalo in riparazione, anche se dubito si possa cambiare solo quel pezzo, conviene prenderne uno nuovo."
"...avete degli Acer in vendita?"
"Dei portatili?"
No, dei microonde. "Sì"

Mi indica uno scaffale. Prendo il mio portatile che sta esalando ormai gli ultimi respiri, stacco il cavo di alimentazione a un pc Acer a caso esposto e lo collego al mio.

TIC. Batteria in carica.

"Non è un problema di computer, è un problema di collegamento al computer" dico.
Il commesso era ancora in mezzo al corridoio.



"Aspetta che parlo con gli altri clienti".
Segue una mezz'ora abbondante in cui segue un ragazzino che aveva sbagliato reparto, una signora che voleva fare un regalo di compleanno, un collega capitato per caso, un magazziniere che aveva voglia di chiacchierare, una ragazza che non sapeva decidere se al suo tablet stava meglio la cover rosa o quella verde.

Finite le distrazioni possibili o si metteva a guardare il video di Lady Gaga in loop al reparto televisioni o affrontava il mistero del computer e del caricabatterie.
"Ehm... è che... non mi è mai capitata una cosa simile". Fruga nei cassetti, sposta le carte e trova una scatoletta di quei pezzi di ricambio: "In realtà non si vendono sciolti" mi dice, cercando quella giusta: "Ma queste sono tutte quelle avanzate in giro. Non sono difettose, eh!"

No, tranquillo, anche io colleziono pezzi di pc che trovo in giro. Li ho tutti in esposizione tra il legno temperato dalle matite e i mattoni che trovo nei parchi.

Trova quella giusta, la collega al caricabatterie vecchio, funziona e mi riconsegna il pc sorridendo.
"Quindi... ora che faccio del caricabatteria nuovo che non mi serve? Visto che non è neanche difettoso..."
"In teoria dovresti comprarne un altro"
"Ma l'ho già preso!"
"No, uno che contenga il pezzo che ti serve"

...scusa?!

"Mi ha fatto fare avanti e indietro 3 volte, mi stava mandando dal tecnico a spendere l'ira di Cristo perché secondo lei il computer era rotto"
"Eh, sai, è stata come dire... una giornata pesante"
"Lo so, infatti mi ha anche chiesto 6 volte se avevo collegato la presa come se fossi uno zulu"
"Eh, sì, che boh... di solito... di solito son cose che non si vedono tutti i giorni..."

"Cose che non si vedono tutti i giorni" sono, per esempio, un pc che inizia a produrre popcorn quando ti colleghi a Youtube o che si chiude di scatto da solo quando cerchi di usare Explorer.




Dopo una rapida trattativa, sono uscita dal negozio col pc funzionante e un buono da spendere pari al prezzo del caricabatterie restituito.

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