martedì 2 luglio 2013

Poteva andare molto peggio

Parlo di Game of Thrones (Il trono di spade) una delle serie televisive più seguite e amate degli ultimi anni in tutto il mondo. Credo che chiunque abbia incrociato, più o meno consapevolmente, questa serie negli ultimi tre anni o i libri da cui è tratta negli ultimi sedici.



Il 6 giugno è finita la terza stagione.
Ne parlo ora perché quando una cosa piace moltissimo (io adoro GoT) credo sia meglio valutarla a distanza, a freddo per capire i veri pregi e difetti.

E qui torno a bomba: poteva andare peggio, molto peggio.
Partiamo dal presupposto che io ho letto i libri, il che sembra banale, in realtà è una differenza fondamentale, soprattutto per quanto riguarda il punto di vista su quest'ultima stagione che tutti, lettori e non, hanno trovato un po' più spenta delle altre due. 

E il motivo è semplice: la terza stagione era all'incirca basata sulla prima metà del terzo libro, A Storm of Swords, il più lungo della serie (973 pagine) che in Italia è stato diviso in tre. Quindi, per chi ha letto la saga in italiano la terza stagione è basata a grandi linee su Tempesta di spade e I fiumi della guerra.
Si capisce allora che abbiamo tra le mani l'adattamento di un libro a metà, non intero, come lo sono state le altre due stagioni.

Altra nota: mentre leggevo A Storm of Swords, ho detto a un'amica, che stava finendo il libro precedente: "Prima di pagina 300 non succede niente di nuovo, stanno solo riallacciando le vicende con il libro prima"
Quindi abbiamo una narrazione estremamente frammentata su moltissimi personaggi (i libri sono narrati in terza persona, ma ogni capitolo rispecchia il punto di vista di un determinato personaggio) dove non succede praticamente nulla.

La terza stagione è stata proprio così: un continuo saltare da una scena all'altra, da un personaggio all'altro per vedere, soprattutto nei primi tre episodi, gente che parla e cammina o parla e mangia o parla seduta attorno a un tavolo. Alla fine, se mi chiedessero: "Cosa succede in quella puntata?" spesso non saprei cosa dire, che non è un bene. E lo dico io, da lettrice di libri e fan, non da spettatore che si limita alle 10 puntate annuali, non oso immaginare per loro la confusione di ricordarsi tutte le vicende e i personaggi.

Ma, come ho detto prima, questa era la parte del libro che dovevano adattare e questa hanno adattato e poteva andare davvero molto peggio.



Il mondo delle Cronache del ghiaccio e del fuoco è vasto e molto popolato.

Riassumo in breve fino a qui: 
C'era un re pazzo e isterico, bruciava la gente, fuori come una mina. Un signore dei sette regni si ribella, vince e diventa re.
Qui inizia la prima stagione.
Il re è stato assassinato, sul trono c'è il figlio illegittimo sociopatico che si trova a dover controllare sette regni. Questi sette regni non si sono mai sentiti veramente un unico regno e il fatto che un sociopatico sia seduto su un trono che non gli spetta non viene presa bene. Il bamboccio fa uccidere Eddard Stark, il signore del regno del nord. I fratelli del precedente sovrano si dichiarano re perché quello sul trono non solo non è il nipote, ma figlio della regina e del fratello di lei.
Dall'altra parte del mondo la figlia del re detronizzato, quello pazzo che bruciava la gente, si prepara a tornare a casa e uccidere tutti. Ecco, oltre a questo c'è una serie infinita di vicende umane attorno a ogni personaggio.
In tutto questo a nord del continente c'è una barriera di ghiaccio che protegge i sette regni da qualcosa di non ben definito, ma che si sta agitando.

Questa stagione ha seguito 13 personaggi principali:
- Catelyn Stark che segue il figlio Robb, autoproclamatosi re del nord, pronto a vendicare il padre.
- Arya Stark, in fuga dalla capitale.
- Sansa Stark, prigioniera nella capitale.
- Bran Stark, in fuga dopo che gli invasori hanno distrutto il castello degli Stark.
- Theon Greyjoy, prigioniero e torturato dopo aver distrutto il castello degli Stark.
- Tyrion Lannister, nella capitale che deve sopravvivere a una delle famiglie più disfunzionali della saga, composta dalla sorella (la regina), dal padre (il "primo ministro") e dal nipote sociopatico (il re).
- Jaime Lannister, in viaggio per tornare dalla sua famiglia disfunzionale, dalla sorella/amante (la regina) e il figlio/nipote sociopatico (il re), insieme all'ex guardia del corpo di Catelyn Stark, Brienne.
- Stannis Baratheon, autoproclamatosi re, fratello del sovrano defunto.
- Daenerys Targaryen, la principessa in esilio.
- Jon Snow, infiltrato nelle file dei nemici al di là della barriera.
- Samwell Tarly, che sta scoprendo cosa c'è al di là della barriera.

... e credo di non aver dimenticato nessuno.
So che adesso chi non ha mai seguito la saga ha l'impressione che GoT sia una versione medievale di Beautiful e non ha tutti i torti.



Tornado al problema della frammentazione delle vicende, l'elenco qui sopra, più i relativi personaggi di contorno, è quello che hanno dovuto gestire in questa terza stagione. Gli sceneggiatori si sono trovati davanti una massa di persone che andavano da qualche parte senza combinare nulla e, spesso, neanche ci arrivavano (tagliando il libro a metà). La terza stagione è finita non col fiato in sospeso nel classico senso di cliffhanger televisivo, ma col fiato sospeso da: "... e quindi?".
Una stagione di transito e di attesa: un primo grande evento è già successo, ma ricordiamoci che stiamo parlando di un libro di quasi 1000 pagine diviso a metà, era ovvio, almeno per me, che come stagione sarebbe stata più smorta delle altre due.
Gli ascolti sono stati eccellenti, ma molte aspettative deluse.

Per il resto è stato tutto, come al solito, eccezionale soprattutto il cast. I nuovi personaggi sono stati fenomenali da quelli che al momento dell'annuncio avevano lasciato basiti come Ellie Kendrick (Meera Reed) o Ciaran Hinds (Mance Rayder) a quelli da cui ci si aspettava tanto e hanno dato di più: Dianna Riggs (Olenna Tyrell), Clive Russell (Brynden Tully) e uno su tutti Iwan Rheon (Ramsay Bolton).
A mio avviso, alcuni membri del cast che nelle prime stagioni erano bravi in questa sono stati straordinari, due nomi su tutti Michelle Fairley (Catelyn Stark) e Stephen Dillane (Stannis Baratheon). 
E piccoli attori crescono, perché oltre Jack Gleeson (Joffrey Baratheon) che è uno dei migliori ragazzini sociopatici della storia delle serie tv anche Maisie Williams (Arya Stark) e Sophie Turner (Sansa Stark) sono migliorate moltissimo nel corso di queste tre stagioni.
E, anche se per poco, un Balon Greyjoy convincente come Patrick Malahide penso sia impossibile da trovare.

La pecca del cast, secondo me, è e rimarrà sempre una: Kit Harington (Jon Snow). Ha uno dei ruoli principali, nei libri è uno dei personaggi più amati, è nel cast dal pilot della prima stagione e non ha ancora cambiato espressione, una paresi facciale che gli permette mantenere quello sguardo interrogativo con tanto di bocca semiaperta tipico dei bambini fissi a guardare Dragon Ball. Parla con un tono che è una via di mezzo tra normale e sottovoce, che se lo faccio io ho un raschietto in gola dopo quattro frasi.
Non trasmette niente. Che stia chiacchierando, che si stia preparando alla battaglia, è sempre uguale.
E non so neanche cosa sia successo ad Emilia Clarke (Daenerys Targaryen), se è distratta o ha avuto anche lei una paresi facciale per otto episodi, ma prendete il primo episodio della terza serie, Valar Dohaeris, e fate fermo immagine su di lei quando guarda con la bocca semiaperta Ser Barristan che giura di proteggerla.

Ecco. Quella è l'espressione che terrà per il resto della stagione.


La parte più complessa, secondo me, soprattutto quando si parla di GoT è sorprendere i lettori.
L'intera produzione letteraria di Martin è basata sull'effetto sorpresa, racconti brevi e romanzi dal finale agrodolce in cui non vince l'eroe, anzi, di solito è il primo che ci rimette le penne. Martin scrive per sorprendere il lettore.
Prendiamo la vicenda di Eddard Stark alla fine del primo libro e della prima stagione: Eddard (il Buono), scoperto che Joffrey (il Cattivo) non è il legittimo sovrano, ma figlio di un rapporto incestuoso. Eddard viene imprigionato e accusato di tradimento quando cerca di diffondere la notizia. Viene obbligato a mentire per scagionarsi.
Romanzo classico: si scopre che Eddard diceva la verità e viene scarcerato, Joffrey viene cacciato.
A Game of Thrones: Eddard confessa e Joffrey lo fa uccidere.

Lettori prima e spettatori poi sono rimasti sconvolti da questa vicenda. Eddard era il Buono, il protagonista del romanzo, l'uomo onorevole, amato dalla famiglia! E invece muore.

Se Martin sente che dai una cosa per scontata la ribalta per il gusto di sorprendere.
Solo che è difficile sorprendere chi è tre libri avanti alla storia della serie tv. Così ci si serve dei piccoli dettagli per sorprendere il lettore-spettatore (e già che ci siamo, smontare qualche teoria).

Uno di questi dettagli è la morte di Ros, una prostituta, per mano del sociopatico Joffrey. Che tanto per sottolineare il fatto che lui è una persona per bene, l'ha usata come bersaglio vivente per esercitarsi con la balestra.

C'è poi un altro problema: le teorie dei lettori. Sì, perché mentre i lettori aspettano con impazienza il nuovo capitolo di una saga che è iniziata nel 1998 si costruiscono congetture, basta andare su un qualunque forum sulle Cronache per vedere quante migliaia di supposizioni girano sui personaggi, sul perché questo è stato introdotto, sul perché quello potrebbe aver agito in quel modo. Ce ne sono un paio molto interessanti e sorprendenti che potrebbero essere vere. Martin deve muoversi, sennò perde ogni effetto sorpresa.



Una delle teorie più famose è stata smontata in meno di 30 secondi durante il famigerato Red Wedding nel penultimo episodio, The Rains of Castamere.

[nei libri]
Robb Stark, il re del Nord, rompe una promessa di matrimonio con la famiglia Frey per sposare Jeyne Westerling, la figlia di un piccolo vassallo dei Lannister, dopo averla disonorata (leggi: trombata. Come spesso si ripete nella saga, le nobildonne non vergini son difficili da sistemare, figuriamoci la figlia di una famiglia impoverita e quasi sconosciuta).
Catelyn vede Jeyne e la descrive come una ragazza molto bella, snella, ma con i fianchi pronunciati. E non approva il matrimonio.
Robb e Jeyne si amano, ma Robb ha bisogno dei Frey. Decide, a malincuore, di lasciarla per sposare una Frey. Jeyne rimane a Delta delle Acque con Brynden Tully, mentre Catelyn, Robb ed Edmure (fratello di Catelyn) vanno dai Frey: per poter fare ammenda sia Robb che Edmure devono sposare una Frey.

In A Dance with Dragons Delta delle Acque cade e Brynden Tully riesce a scappare. Jeyne viene rivista attraverso gli occhi di un altro personaggio che la descrive come una ragazza carina, ma niente di che, e i fianchi stretti.

DAAAANG, panico. Le descrizioni di Jeyne non combaciano. Qualcuno pensa a un errore di Martin (il che potrebbe essere, non sarebbe il primo di questo genere), altri danno vita alla seguente teoria:
Jeyne è fuggita da Delta delle Acque con Brynden Tully, è incinta di Robb e riapparirà con l'erede del re del Nord. Come se un neonato riuscisse a cambiare la situazione.

Poi arriva la serie tv:
Robb Stark, il re del Nord, rompe una promessa di matrimonio con la famiglia Frey per sposare Talisa Maegyr, una nobildonna di una casata sconosciuta di Volantis (dall'altra parte del mondo). Talisa fa l'infermiera di campo e Robb si infatua di lei perché, nonostante abbia il naso di Chiellini, ha il fascino esotico, amputa arti con la stessa facilità con cui berrebbe il caffè al bar di Porta Garibaldi, risponde per le rime e, tutto sommato, è carina, Ha le carte in regola per essere una cagacazzo eccezionale, ma è carina. Le Frey hanno la fama di essere orrende.

Robb la sposa, Catelyn non approva, Talisa rimane incinta, ma Robb ha bisogno dei Frey.
Decide di far sposare lo zio Edmure a una Frey per fare ammenda. Insieme a Talisa, Catelyn, Edmure e Brynden partono per andare dai Frey.
Poco prima del patatrack del Red Wedding, Brynden esce a pisciare ed Edmure si apparta con la moglie. Tutti gli alti rimangono nella sala e vengono massacrati, compresa Talisa, ripetutamente accoltellata alla pancia.

Come se Martin dicesse: "Credevate di essere stati più furbi di me, lettori?"
Non ci sarà un erede di Robb. Una delle teorie più gettonate distrutta come un panetto di burro nel forno a 200°.



E ora cosa ci aspetta?
La quarta stagione è già stata confermata, a giorni dovrebbero iniziare le prime riprese. La HBO si trova ora a dover mantenere alto l'interesse in attesa di aprile 2014, quando ci sarà la season première. L'anno scorso c'è riuscita alla perfezione e anche quest'anno è sulla buona strada, centellinando le informazioni sul cast e sulle location.

La quarta stagione è la seconda parte di A Storm of Swords (I fiumi della guerra e Il portale delle tenebre per l'Italia). Forse anche l'inizio di A Feast for Crows (Il dominio della regina).

E qui iniziano i problemi.
Perché se A Storm of Swords è considerato il libro migliore della saga, A Feast for Crows è il meno apprezzato. Anzi, alcuni lo definiscono proprio il peggiore sotto ogni punto di vista.

Inizialmente le Cronache dovevano essere una trilogia, ma Martin deve fare le cose in grande (come far passare sei anni tra un libro e l'altro) e adesso i libri in programma sono sette: cinque pubblicati, uno in corso e uno nell'Iperuranio. Ma potrebbero diventare anche otto. O nove. O 44, in fila per sei col resto di due.

La ragione dell'insuccesso, però, è dovuto principalmente al sistema dei personaggi. Rispetto ai primi tre, A Feast for Crows è come il sequel di un film amatissimo dove i protagonisti sono gli amici o i parenti lontani dei protagonisti del primo.
 Avere una decina di punti di vista diversi per libro è una lama a doppio taglio: difficilmente piaceranno tutti, ma sarà più facile trovare un personaggio amato.Non solo, quindi, gran parte dei personaggi conosciuti non ci sono perché morti, ma altri tra i più amati (Daenerys e Jon) non ci sono, tornano nel quinto libro. 
La gran parte dei lettori s'è trovata tra le mani un libro che parla di persone appena citate fino a quel momento, di cui probabilmente non ricorda neanche mezzo dettaglio.

Faccio l'avvocato del diavolo perché a me A Feast for Crows è piaciuto molto.
A Feast for Crows e il suo seguito A Dance with Dragons si svolgono nello stesso lasso di tempo, la differenza è solo geografica: il primo si concentra sulla capitale (quindi Lannister), Dorne (introducendo i Martell) e le Isole di Ferro (introducendo i Greyjoy), mentre il secondo sul Nord (Jon principalmente) e sull'altro continente (Daenerys principalmente).
Penso che anche chi non ha mai letto possa capire la frustrazione di un lettore che si trova un libro di 753 pagine con vicende di personaggi di cui non gliene frega niente. Lo capisco perché io ho fatto fatica a leggere i capitoli di Bran in A Dance with Dragons, 10 pagine circa, figuriamoci 753.



Chiudo il pippone su GoT con un'opinione veloce su alcuni personaggi:
Robb è stato un cretino. Ha infranto una promessa di matrimonio, quando sua madre ha liberato un prigioniero fondamentale s'è limitato a chiuderla nella tenda, quando un suo vassallo ha ucciso due prigionieri bambini per vendetta gli ha tagliato la testa. Le Cronache non sono la saga dei Buoni, sono la saga dei figli di puttana: sposarsi per amore e indignarsi per l'uccisione di ostaggi non funziona.

Ogni volta che appariva Bran guardavo quanto mancava alla fine della puntata.

La parte bella della storia di Daenerys, la principessa in esilio, è finita col sacco di Astapor, il momento esatto in cui ha smesso di piacermi come personaggio.

Il suo scopo è tornare a casa e reclamare il trono che le appartiene di diritto.
In questa stagione quando ha effettivamente l'occasione di tornare a casa armata fino ai denti rifiuta perché decide di rimanere in una regione che non le compete e salvare gente che non le compete, dimostrando di aver perso l'obiettivo.
L'ultima scena della stagione è sua, mentre fra crowdsurfing tra gli schiavi liberati, anche Gesù è stato più umile quando entrò a Gerusalemme in groppa a un asino.
E molto probabilmente ora si dirige verso la terza città da conquistare, lasciandosi alle spalle Yunkai e il primo grosso errore strategico che pagherà.

Non so come gli sceneggiatori tratteranno il suo personaggio, ma dopo una tale elevazione a divinità, secondo la saga delle Cronache può arrivare solo una cosa: un tonfo clamoroso.


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