mercoledì 3 luglio 2013

Domani salviamo il mondo

Una settimana prima che la mia amica finisse l'Erasmus e tornasse a casa in Italia siamo andate ad Amsterdam e abbiamo portato a casa gran parte dei tipi di erba che non avevamo provato in quattro mesi. Avevamo diviso le quantità per tre persone, in modo tale da rendere le serate indimenticabili nel senso di bei ricordi e non indimenticabili che "La settimana dal 16 al 22 gennaio 2012 secondo me non è esistita".

La suddivisione ha funzionato splendidamente, ho avuto l'ennesima conferma che se metà del tempo spesa a pensare e organizzare stronzate la usassi per qualcosa di utile sarei già laureata (con specialistica) in matematica e fisica nucleare.

Invece non lo faccio. E sono qui al quarto anno di traduzione.



Leiden,19 gennaio 2012. Io e Kate eravamo sul balcone della casa di Sara in Steenstraat a smezzarci una canna a base di Buddha Bud, la seconda della serata, Sara era in casa a mangiare pane e Nutella. 
Il balcone dava su un cortile interno e collegava la casa di Sara a quella del dirimpettaio.
Da quel balcone si vedeva a malapena il cortile interno e il cielo era coperto dai tetti delle case vicine, tutte ammassate: si intravedeva in lontananza quella che credo fosse la stazione.

"Che roba è quella?"
Kate stava fissando un punto sopra il tetto della stazione. Faccio un tiro e seguo il suo sguardo. Ci sono delle luci rosse fisse, quattro o cinque.
"Boh" rispondo. Allunga la mano per prendere la canna senza staccare lo sguardo dalle lucine.
"Sembra un'astronave aliena"
Non ha tutti i torti, ma non è convincente.
"Alieni?"
"Sì"
"Qui?"
"Perché no?"
"In Olanda?"
"Loro non sono razzisti. Ci serve un'opinione lucida" bussa alla finestra del corridoio, Sara si avvicina con il barattolo della Nutella: "Guarda" Kate indica le lucine: "Alieni"
Sara si affaccia: "Una gru"
"Ma cosa?"
"Kate, è una gru, c'è un cantiere là dietro"
"Ma non sparare cazzate. Sembra un'astronave"
"Sì, fissa nel cielo. In Olanda poi"
"Oh, ma cos'avete contro l'Olanda? Ci sono un sacco di mucche qua, lo sanno tutti che gli alieni rapiscono le mucche". Sara torna in casa.

Sento un brivido gelido. Un po' era il giubbotto aperto con 3°C, ma Kate si gira con gli occhi sbarrati
"...e se vengono a rapire anche noi?"
"Stai dicendo che siamo vacche?"
"Ti piacciono le mucche?"
"A proposito, prova i formaggini, la vache qui rit, son buoni"
"Vascquirì? Cazzo centra?"
"Cazzo centra cosa che mi hai chiesto delle mucche!"
"Vale, ci sono gli alieni e tu mi parli di formaggini?"
"Con le mucche, sai le catene di pensieri..."
"ALIENI!"
Guardo ancora le lucine rosse, immobili nel buio della sera.
"Potremmo impedire un'invasione aliena" dico.
Kate è perplessa, ma annuisce: "Vero". Spegne la canna per terra e poi torna a guardare le luci: "Ma a me mettono ansia gli alieni"
"A me gli zombie"
"E se fossero alieni zombie?"
Silenzio. "... ma gli alieni seppelliscono i morti?" 
La sera prima ridevamo del fiato che si condensava quando parlavamo, ora discutevamo di un'invasione aliena incrociata con un'apocalisse zombie.
"Andiamo a casa"



Io dopo due Buddha Bud scambiavo le gru per astronavi aliene, non so cosa si sia fumato Zack Snyder per concepire un film come Sucker Punch. L'ho visto ieri in seconda serata su Italia 1 e, ecco, seguitelo con me. Premessa: ero lucidissima. (SPOILERRRR se volete vederlo).

"Sono talmente fatto che anche i miei trip si fanno i trip" ha detto Snyder dopo aver finito la scenografia.



Il film inizia con una voce di ragazza fuori campo. I primi 10 minuti succedono un sacco di cose, ma nessuno parla, si sente solo una cover di Sweet Dreams degli Eurythmics in una versione più suadente e smorta dell'originale. 
C'è una ragazza biondo platino con le ciglia finte, 6kg di mascara e i codini che si dispera, abbraccia una bambina, una donna coperta da un telo bianco. Le ragazze piangono. La scena si sposta su un uomo che apre un testamento e legge "Lascio tutti i miei beni terreni alle mie figlie". L'uomo si incazza, spacca tutto.
Va dalla bionda, le strappa un bottone, lei lo graffia, la chiude in camera. Lei scappa, torna in casa fradicia con l'eyeliner colato, trova la sorella morta. Cerca di sparare all'uomo, ma non lo uccide, scappa.
I poliziotti la trovano rannicchiata su una tomba.

Titolo del film.
Ho intuito un sacco di cose, ma non ci ho capito una bega. Andiamo avanti.



L'uomo fa rinchiudere la ragazza bionda in un ospedale psichiatrico. Vengono accolti da un infermiere con una chiave al collo che presenta la struttura. La ragazza, che ha ancora la stessa pettinatura e le stesse ciglia finte segue i due tra i corridoi dell'ospedale: guarda un inserviente ciccione che si accende una sigaretta, più avanti un cuoco che conficca un coltello sul tavolo. L'infermiere li porta nel "teatro", dove la psichiatra fa rivivere alle pazienti i traumi subiti e aiuta a liberarsene. Mentre la ragazza osserva una bionda sul palco seduta sul letto i due confabulano sul farla lobotomizzare, l'infermiere dice che il medico arriverà in 5 giorni e chiede una mazzetta.

Comincia a dipanarsi la trama: l'uomo è il patrigno della ragazza bionda. Alla morte della moglie l'eredità va alle figlie. Uccide la più piccola e da la colpa alla più grande. Per togliersela di mezzo la dichiara pazza, la fa rinchiudere e lobotomizzare con l'aiuto di un infermiere corrotto che velocizza la pratica.

La ragazza, sempre con le ciglia finte e i codini, viene integrata nella struttura. La vediamo pulire il pavimento, lavorare in cucina, parlare con la psichiatra, essere avvicinata dall'infermiere. A un certo punto è sdraiata in un ambulatorio con un medico che le punta un chiodo verso l'occhio.



MOMENTO ELISIR!
Sta per fare una lobotomia transorbitale.
Il medico usa un chiodo chirurgico (orbitoclasto), per trapanare l'osso appena al di sopra della palpebra, e un martelletto: tre colpetti al lobo frontale, due sui lobi laterali e il paziente era ridotto a un vegetale. Era una questione di pochi minuti.
Dato che la psichiatra sostiene a più riprese di essere "Contraria a questa pratica barbarica" penso che il film sia ambientato tra gli anni Cinquanta e Sessanta, gli anni, appunto in cui la lobotomia iniziava a essere criticata e sostituita con terapie a base di torazina (lobotomia chimica).
In quel periodo, inoltre, negli ospedali psichiatrici c'era di tutto: dai veri pazzi a quelli che davano fastidio in famiglia o dimostravano comportamenti troppo vivaci. Tuo figlio è iperattivo? Manicomio! Gli piacciono gli uomini? Manicomio! Non vuole diventare avvocato e si impunta a fare scienze della comunicazione? Manicomio!
Vuoi eliminare tua figlia adottiva e prendere l'eredità? Lobotomia!

Torniamo alla bionda.
Che sbarra gli occhi.



L'ambiente è completamente diverso, i colori sono caldi e ci ritroviamo di nuovo nella scena del "teatro", solo che questa volta il patrigno è un prete e l'infermiere un pappone coi baffi. La psichiatra ha i capelli come Moira Orfei e la ragazza sul palco è una bionda in corpetto e calze a rete. E ciglia finte.

Stavo quasi per convincermi di aver capito qualcosa.

L'infermiere baffuto ringrazia il prete per questa nuova orfana e promette di tenerla per un cliente speciale, il Giocatore, che arriverà tra 5 giorni.

Sì, dai, un sogno della ragazza bionda.

Sweetie (la ragazza sul palco) si rifiuta di accompagnare Babydoll (la ragazza bionda) a fare il giro della struttura e delega il compito alla sorella minore, Rocket (un'altra bionda con le ciglia finte).
Sì, cioè... andiamo avanti.

La struttura è piena di ragazze in body, reggicalze e ciglia finte. La psichiatra chiede a Babydoll di ballare: Babydoll è timida, non ha ancora cambiato espressione dall'inizio del film e di ballare non se ne parla. Dopo un discorso motivazionale, però, si scioglie. Chiude gli occhi.

Li riapre e si trova vestita da scolaretta nel cortile innevato di un tempio giapponese.
Che, cioè, insomma... andiamo avanti.



Entra, trova un vecchio circondato da candele che pulisce la lama di una katana. "Cosa cerchi?" le chiede.
Cosa vuoi che ne sappia? Dieci minuti fa era a meno di 2cm da un chiodo in un occhio, cinque minuti fa era circondata da troioni da battaglia e ora e in un tempio giapponese. Non so cosa cerca, non sa dov'è.
Infatti la bionda biascica parole a caso: "Ehm... una via di... ehm... ehm... fuga"
"Libertà" dice il vecchio. Snyder, il numero del tuo spacciatore è oro, conservalo.

Il vecchio dice che le servono cinque oggetti: una mappa, del fuoco, un coltello, una chiave e un oggetto misterioso perché la questione non è abbastanza incasinata e un oggetto misterioso attizza sempre.
Discorso filosofeggiante. Il vecchio la sbatte fuori con la katana e una pistola, chiude le porte.

E dall'altra parte del cortile ci sono tre samurai, uno armato di katana, uno di guan dao (arma inasta cinese, circa 2m di asta che termina con una lama leggermente ricurva) e uno di mitragliatrice.
Un samurai con una mitragliatrice.
Segue una scena di combattimento che mescola tutte le azioni, le mosse e i templi distrutti dei picchiaduro che siano mai stati prodotti e quelli che verranno.



Babydoll riapre gli occhi. Siamo ancora nel sogno dei troioni che è più lungo del previsto.
Tutti sono estasiati, balla benissimo, alcuni piangono, litri di mascara macchiano il pavimento, Moira Orfei squittisce di gioia, altre ragazze si tagliano le vene perché non saranno mai come lei, l'infermiere baffuto credo abbia un'erezione.

Babydoll propone il suo piano di evasione basato su quello che le ha suggerito un vecchio in un tempio giapponese ad alcune compari: Rocket è entusiasta, Sweetie perplessa, ma accetta, Amber (un'asiatica con la pelle da marocchina) ci sta e ci sta pure Blondie (che è mora, ma è Vanessa Hudgens di High School Musical con una parrucca supplementare, le ciglia finte e vestita come una zoccola).



Bisogna recuperare la mappa, Sweetie si offre di entrare nell'ufficio dell'infermiere. Babydoll chiama a sé tutti, inizia a ballare, chiude gli occhi...

...e si trova in una specie di mondo post guerra nucleare. Dalle rovine di un edificio scoperchiato osserva degli aerei militari tedeschi della prima guerra mondiale sorvolare quelle che, poco dopo, si capiscono essere le rovine della cattedrale di Notre Dame a Parigi.
Blondie la chiama, Babydoll si gira e trova le sue compagne vestite come vere e propri troioni da battaglia, con cosce di fuori, accessori inutili, mitra e ciglia finte.

Riappare il vecchio, vestito come Hans Landa in Bastardi senza gloria. La mappa ce l'hanno i tedeschi, dovete recuperarla prima che il corriere raggiunga il dirigibile. Ah, i nazisti hanno una tecnologia talmente avanzata che sì, hanno ancora gli aerei della prima guerra mondiale, ma i soldati sono tutti non morti rianimati. Pippone motivazionale e via.



Nazisti zombie in un mondo post-apocalittico.
Partono dieci minuti di botte e rincorse nel bunker, colpi di pistola, calci, a un certo punto vola un'ascia. Le altre spariscono, Babydoll rimane sola, spara al dirigibile con la pistola che ha tipo 20000 colpi a caricatore, ferma proiettili a distanza ravvicinata con la katana. Dai, ha fermato il corriere, ora finisce questa fantasia erotica a base di ogni videogioco di guerra sia mai stato concepito.
"Dammi la mappa!" ringhia il generale nazista zombie.
No, basta, vi prego.
Un altro paio di azioni che mescolano Soul Calibur a Call of Duty e Babydoll apre gli occhi.

Tutti estasiati.
L'infermiere decide di fare uno spettacolo privato per il sindaco, poi torna nel suo ufficio e si accorge che qualcuno ha manomesso la mappa appesa guardando una puntina.

Il sindaco è l'inserviente viscido e obeso di prima, quello che giocava con l'accendino. Amber si offre di rubarglielo mentre Babydoll balla. Ormai ho smesso di seguire e capire e mi faccio trascinare come un tronco  dalla corrente del fiume. Chiude gli occhi...

... si trova su un aereo che sorvola un castello medievale sotto assedio. 
"Nel castello c'è un cucciolo, nella sua gola si trovano due cristalli di fuoco purissimo" ulula il vecchio: "Ma non svegliate la madre".
Pippone motivazionale.
Babydoll, Rocket e Sweetie si buttano dall'aereo atterrando nel cortile del castello e affrontano gli orchi a colpi di mitragliatrice. Arrivano nella torre del castello, trovano il cucciolo (di drago), Babydoll lo sgozza stando ben attenta a coprirgli il muso per non farlo urlare, prende i cristalli...
...li sfrega e questi provocano una fiammata che genera un'aurora boreale blu. Lì, nella torre. Lì, dove dormiva la mamma. Genio.


Mamma si sveglia, trova il cucciolo sgozzato, mamma si incazza, esce dalla torre e se la prende con l'aereo. Lo stratagemma di "passa sotto al ponte con gli archi a volta come Harry Potter nel Torneo tre maghi" non funziona, è Babydoll a uccidere il drago.
Con la katana. Quando il drago, che per questo vince un Darwin Award, anziché arrostire tutti dall'alto si butta nel cortile strisciando per terra e si incastra tra le porte del castello.

Ok, basta.
Per recuperare il coltello le ragazze sono catapultate in una città del futuro, dove devono fermare un treno in corsa con su una bomba difeso da mandrie di cyborg. Nonostante i pipponi sul lavoro di squadra, Blondie non c'è e tutte se ne sbattono.
Rocket muore, Sweetie viene rinchiusa in isolamento. Blondie ha una crisi isterica, l'avrei anche io se ogni pellicola in cui recitassi fosse una minchiata pazzesca, e confessa tutto a Moira e al pappone.

Il pappone si rivela uno schizofrenico ossessionato dal controllo e sente che le ragazze gli sono sfuggite. Dopo un discorso sulla fiducia, il rispetto reciproco e la promessa a dimenticare tutto spara a Amber e Blondie. A una Babydoll scioccata (vestita da marinaretta) confessa che il suo lavoro è una merda, ha tutte le gnocche, ma ci giocano gli altri, che schifo, daje, bella, abuso di te prima di darti al Giocatore.

Babydoll lo pugnala (col coltello) e gli ruba il passpartout (la chiave). Scappa, libera Sweetie, appicca un incendio e capisce che l'ultimo elemento è il sacrificio ovvero, non so per che connessioni mentali, lei, che la vera protagonista della storia è Sweetie, che ha una possibilità, che deve scappare mentre lei la fa vedere ai tizi nel parcheggio.
Sweetie scappa, Babydoll chiude gli occhi prima di ricevere un cartone sulla faccia.



Torniamo alla lobotomia in manicomio.
La psichiatra racconta che in 5 giorni Babydoll ha fatto di tutto: accoltellato un infermiere, appiccato un incendio, aiutato un'altra ragazza a fuggire, ma la lobotomia no, non se la meritava. Guarda il modulo e scopre la firma falsa.
Si scopre una rete di abusi ai danni delle ragazze operata dagli inservienti e gestita dall'infermiere sociopatico. Lo beccano, lo arrestano, nel mentre Babydoll chiude gli occhi e sogna Sweetie che sale su un autobus guidato dal vecchio.
Super mega pippone filosofico e titoli di coda.


Ci sono tre livelli:
- L'istituto psichiatrico
- Il bordello d'élite
- Quelle fantasie partorite dalla mente di un quindicenne dopo una settimana di videogiochi e fumetti.

Se ci fermiamo al primo poteva essere un bel film, anche introducendo pezzi del secondo.
La colonna sonora è fenomenale.
Ci sono un sacco di fighe.
Ma la trama non c'è.
E i personaggi sono totalmente insipidi, non sono caratterizzati, sono gran gnocche in mutande con i mitra: i personaggi preferiti li scegli in base alla forma del culo.
C'è dentro di tutto e di più, uno di quei titoli borderline tra capolavoro e cagata pazzesca.
Non c'è niente di originale, è tutto un copia e ammassa di cose fighe (e gnocche), sembra un film fatto per indovinare le citazioni. E nonostante questo ci sono alcune parti noiose.
Ho fatto un overdose di ralenty, non avevo ancora smaltito quello di 300, Snyder.
Io voto per la cagata pazzesca.

Che alla fine è un film di quelli che rivedo quando non ho un cavolo da fare.




Sul ponte tra Oude Rijn e Nieuwe Rijn, Kate inchioda con la bici e si gira verso la stazione: "L'astronave si vede anche da qui"
"Sì, la vedo"
"Alieni, lo sento. Sono alieni". Eravamo ferme, nella notte di gennaio, a fissare le luci di una gru in lontananza, nessuno in giro e il Reno che scorreva placido sotto al ponte. Alzo lo sguardo verso i lampioni
"Quando sono venuta a luglio c'erano i gerani sui lampioni"
"E ora dove sono?"
"Li avranno seppelliti"
"Chi?"
"Gli alieni"
"Possiamo ancora salvare il mondo"
"Già. Domani?"

Poco dopo ci separiamo in silenzio e io continuo lungo Nieuwe Rijn.

Nessun commento:

Posta un commento