giovedì 7 luglio 2011

Bitch Slap

Ok, prima di tutto perché ho deciso di vedere un film del genere e la ragione è tanto semplice quanto banale (degno preambolo di qualsiasi avventura, no?): dopo aver rivisto per la terza volta Parnassus- l'uomo che voleva ingannare il diavolo, continuando a capirlo e apprezzarlo sempre più, ho deciso che stasera mi sarei concessa una cosa più leggera, o un film comico demenziale o uno davvero trash, di quelli che ti fanno pensare: "Ma chi ha avuto il coraggio di finanziare questa roba?"

L'altra sera avevo intravisto Scemo e più Scemo, quindi il genere demenziale era ancora fresco. Poi, nel mio vagare su Internet sono capitata sui film in uscita quest'estate e mi ha sorpreso trovare questo, uscito in America nel 2009 (e ora già disponibile in dvd e compagnia bella) e proposto nei cinema nostrani solo ora, probabilmente per occupare quel vuoto di programmazione e l'assenza di grandi kolossal estivi che possano rivaleggiare con l'ultimo e sospirato Harry Potter.

Bitch Slap per l'Italia è accompagnato da un sottotitolo, le superdotate. Si capisce che termini del genere vengono di solito appioppati a film-parodie demenziali (vedi Treciento- chi l'ha duro la vince). Erroneamente, poi, credevo fosse appunto una parodia di un film sul filone di Charlie's Angels, invece già il poster dissipa ogni dubbio: non è un film-parodia.

Cominciamo dal cast, pressoché sconosciuto, se non per Erin Cummings (riconoscibile solo da chi ha visto Spartacus da poco).
E poi, sorpresa! Abbiamo tutta la crème de la crème dei telefilm a sfondo mitologico degli anni novanta, in ordine di apparizione: Michael Hurst (Iolao di Hercules), Kevin Sorbo (Hercules), Lucy Lawless (Xena) e Renée O'Connor (Olimpia di Xena). Tranne Hurst, che appare per una mezz'ora abbondante contando anche i vari flashback, gli altri fanno proprio un piccolo cameo di pochi minuti.

Il resto? Beh, il resto sembra più un grande film porno inesploso.
Ha tutti i cliché del porno di serie b: tre protagoniste (definite nei riassunti ufficiali "una sex bomb, una carcerata e una stripper"), chiari orientamenti sessuali delle tre, inquadrature di tette più numerose delle parole pronunciate e pure una scena di "lanciamoci i secchi d'acqua addosso" che non c'entra nulla con le scene precedenti. Ah, senza dimenticare le scene di rissa furiosa tra le protagoniste dalla bella durata di quasi 10 minuti (a quel punto vai al supermercato nei giorni in cui la pasta è scontata a 0,50 euro a scatola e vedi la rissa dal vivo).

Altro, la trama? Non l'ho capita. La sceneggiatura contava anche scene a rallentatore e ripetute come quelle di Paperissima dove ti fanno rivedere mille volte il bambino che cade
dal triciclo, solo che qui erano in corrispondenza di scene di pestaggio o di lapdance con il badile
(???).

Per la disperazione, avevo interrotto dopo 40 minuti (dei 109 totali), poi, spinta più che
altro da "Ho iniziato, vediamo come va afinire", l'ho finito.

Non è sicuramente un film per cui spenderei 7 euro al cinema, visto che ci ho speso una sera a malapena. Però è come se alla fine ti venisse da dire "è un film orribile, ma non è proprio il peggior film del mondo" e il motivo è uno solo: non si capisce fino a quanto le interpretazioni abbastanza deludenti, gli scenari di dubbia qualità e altri problemi del film siano capitati o siano voluti. Voluti come omaggio ai film degli anni Settanta, un tributo all'era dell'exploitation, le cui radici sì affondano nelle produzioni a basso costo incentrate su violenza e/o sesso degli anni Settanta-Ottanta, ma sono radici riemerse più recentemente in lavori come Kill Bill di Quentin Tarantino o Grindhouse di Robert Rodriguez, a cui Bitch Slap richiama in molti modi e in
altrettanti momenti.

Senza dimenticarci della citazione principe del film, ovvero quel Faster Pussycat! Kill! Kill!, cult del 1965, prima snobbato dal pubblico, poi elevato a simbolo della lotta femminista.

Infine, va aggiunto che però Bitch Slap raramente esagera: con l'eccezione della già citata scena dei secchi d'acqua, compresa di slow motion, e quella del bacio tra le due protagoniste, non ci sono scene di nudo, sesso esplicito, violenza gratuita che tanto si vedevano nei film a cui si ispira. A questo punto lo si può definire un vago omaggio all'exploitation o un porno inesploso e "nobilitato" dal fatto che si tende a creare una certa aspettativa, ma poi non si supera la camicia aperta.

Insomma, cercavo un film trash e l'ho trovato. Se avete una sera da buttare, magari per farsi due risate e un paio di birre, un'occhiata la si può anche dare. Se andate a comprare un biglietto per vederlo al cinema sono soldi buttati.

L'unica scena che vale la pena di vedere è Renée O'Connor, suora, che sussurra alla madre superiora, Lucy Lawless, dei suoi desideri carnali, che ormai superano gli oggetti inanimati, causando sconcerto e imbarazzo in quello che fu il volto di Xena.

Ecco, in quel momento ho riso di gusto.

2 commenti:

  1. Maaa vaa l'altro giorno al cinema ho visto questa locandina, e con la mia amica commentavo che sembrava proprio lo stile di Tarantino. Ma non essendoci il nome di Tarantino, ma sembrando tutto sommato uno spreco di soldi abbastanza trash e bruttarello.. chi ha prodotto e girato questa cosa?! CHI?!

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  2. Chiunque l'abbia prodotto e girato ha solo buttato soldi, assolutamente! Che poi l'unico mistero nella trama viene palesemente rivelato dopo 20 minuti ripensando alla locandina! :S

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