giovedì 20 giugno 2013

Nodding Donkey Blues

Giovedì, stazione di Sesto San Giovanni (MI).

Una mattinata afosa di giugno, una manciata di pendolari in attesa del treno per Milano passeggiano avanti e indietro sulla banchina, due chiacchierano, uno studia gli orari sul tabellone, una ragazza controlla il telefono, io cerco di capire se quella figura distorta nei vetri dall'altra parte del binario sono io o l'altra ragazza.

La figura fa una linguaccia. Ok, sono io.

A un certo punto sentiamo dei versi animaleschi provenire dalle scale che salgono dal sottopasso, una serie di pesanti sbuffi accompagnati da "Bllllaaarghhhh... azzooooo.... uffffffff..... aldoooooo...."
Ci voltiamo tutti, nessuno vuole perdersi l'ascesa del signore delle tenebre pronto a scatenare l'apocalisse a Milano non appena il treno (in ritardo) apparirà sul binario.

Me l'ero immaginato diversamente questo il signore delle tenebre. Non so, un paio di zoccoli, corna, denti a punta, metà uomo metà capra. Un po' come Dave Grohl in Tenacious D e il destino del rock.
Invece no. Quella che appare dalle scale sbonfando come un husky sul litorale ligure a Ferragosto è una donna, anzi no, una ragazza. 


Tipo
La prima cosa che nota, ovviamente, sono gli sguardi allibiti di almeno cinque persone che la fissano.
"Cazzo vuoi?" chiede tra un sospiro pesante e l'altro al più vicino, l'uomo che studiava il tabellone degli orari, che si volta subito, come tutti gli altri, tornando a guardare tutto fuorché la gentil donzella.
Si mette accanto all'altra ragazza.
"Blaaaaarrrgh", sputa, cerca qualcosa in borsa. Tira fuori il cellulare. "Caldo di merda, cazzo" commenta, mentre compone un numero. Ne approfitto (e vedo lo fa anche l'altra ragazza) per studiare il personaggio.

Perché è un personaggio.
Non è magra. Non è grassa, è enorme. (Nota: non conosco l'anamnesi della signorina in questione e non ce l'ho con chi è sovrappeso, ma la descrizione oggettiva è questa: ENORME).
Mi viene in mente una canzone degli Iron Maiden che adesso non riesco bene a identificare dove a un certo punto dice:

She was a big girl, she was big.
I mean she was big, she was fucking huge!


I capelli a caschetto neri, tirati indietro con un cerchietto, scoprivano il viso, enorme come il resto del corpo, da cui gocciolavano abbondantemente fondotinta, creme, fard e qualsiasi cosa si fosse messa in faccia quella mattina. Sotto lo strato di strutto, la pelle era piena di crateri.

Parla al telefono, esami universitari, colleghi stronzi, professori rincoglioniti. Cazzo, troia, cazzo, cazzo, merda, coglione.
Con l'altra mano fa dondolare la borsa avanti e indietro. Avrà sì e no 25 anni.
Chiude la telefonata. Annunciano il treno che arriva lentamente con i suoi 3 miseri vagoni. 
Io e l'altra ragazza ci avviciniamo alla stessa porta, poco lontano dalla progenie di Satana che sta ancora armeggiando col telefono. Mentre aspettiamo che il treno si fermi, la figlia del demonio borbotta un'altra serie di "Cazzo, merda, figa".

Il treno si ferma.
Prooooooooooot. Da dietro di noi arriva il suono del tipico reduce da fagiolata della domenica. Con la coda dell'occhio vedo la ragazza accanto a me che arriccia il naso e la sposa delle tenebre dietro di noi che borbotta al telefono.




Saliamo sul treno in silenzio. 4 posti vuoti, dove io e la mia compagna di viaggio ci buttiamo istintivamente, dietro di noi Bonjour finesse latra "Levati dal cazzo!" a un ragazzino che cercava di scendere e occupa i 4 dall'altra parte del corridoio. 
In quella parte di vagone siamo solo noi 3. A quel punto il treno parte.

She's the biggest girl, I'm gonna get there soon
Yeah, if you know what I mean.
Come si intitolava?

"Porca puttana, PORCA PUTTANAAAA!!"
Neanche un minuto dopo eravamo ancora voltate verso la progenie di Satana: aveva recuperato uno specchietto nella borsa e aveva notato lo scioglimento dell'affresco sulla sua faccia. Mugugnando un'altra serie di cazzo, merda, merda, minchia fruga nella borsa e, armandosi di una serie di cosmetici, si ripassa lo strutto. Fondotinta, un'altra passata, correttore, altro fondotinta, rossetto, lucidalabbra, mascara. 
Il treno salta sullo scambio, il mascara cola.
Bestemmia. "...ma porca troia schifosa"

La ragazza davanti a me mi guarda di sottecchi, io rispondo allo sguardo. "Manca poco" penso: "Manca poco, sono solo 10 minuti. C'è solo una fermata prima del capolinea, manca poco"

Greco Pirelli.
La figlia delle tenebre saluta la fermata sottolineando ulteriormente che è andata alla Sagra del Fagiolo qualche giorno fa, nel caso non l'avessimo capito, mentre finisce di mettersi il mascara.

Pochi secondi dopo, con una mossa degna di un'illusionista, cosmetici e borsetta dei cosmetici spariscono nella borsa, la borsa viene sistemata con cura sul sedile accanto al suo. Il ghigno malefico sparisce e appare un sorriso larghissimo che le illumina il viso. Per quanto una persona appena salita possa anche definirlo un bel sorriso, io temo stesse arrivando l'atto finale della partecipazione alla Sagra.

Invece qualcosa arriva, ma dal fondo vagone.
"Giulio!" cinguetta la regina delle tenebre. Cinguetta. La voce s'è alzata di un tono, il sorriso la illumina e le ciglia appena cosparse di mascara sbattono come ali di farfalla.
Giulio arranca nel corridoio del vagone, contromano rispetto al senso di marcia del treno, e le sorride timidamente prima di sedersi di fronte a lei. "Allora, come va?" chiede lui.
Lei ridacchia mettendosi una mano davanti alla bocca come una ragazzina: "Bene" risponde: "Ma che caldo però..."

La ragazza davanti a me trattiene un sorriso.
Devo distrarmi, altrimenti finisco anche io per scoppiare a ridere tanto la situazione è surreale. Pensa a qualcosa, pensa a qualcosa, pensa... a una canzone. Canzone, canzone, ieri ho letto una notizia su Bruce Dickinson, Bruce Dickinson, Iron Maiden, Iron Maiden...

Nodding Donkey Blues
Eccola, Nodding Donkey Blues. 1992

She's got legs... like an airship, 
She's got an ass... like a coaltip. urla Bruce nella mia testa.

La sua voce da ragazzina è più fastidiosa di quella da signora delle tenebre: parla in falsetto.
La ragazza davanti a me la guarda di sottecchi e sghignazza. La conversazione continua con lui che racconta dei ragazzini di ripetizioni e lei che lo ascolta annuendo e ridacchiando:
"Anche io ne ho 2, non li chiamo mai per nome" dice, passandosi la mano tra i capelli: "Uno lo chiamo testa di marmo, l'altro testa di c... di... insomma, testa di cazzo" abbassa il tono di voce per dire "Cazzo".
"Comunque" si affretta ad aggiungere, per coprire la parolaccia che le è sfuggita da quelle sensuali labbra cosparse di rossetto rosso fuoco: "Quando parlo con loro non li chiamo mai così"

La ragazza davanti a me fatica a trattenere una risata.

She's got tits... just like hot air balloons
and I mean the Hindenburg.

"Poi lo dico sempre anche al mio ragazzo, non si devono usare certe parole davanti a dei bambini, anche se sono proprio cogl... insomma, un po' indietro"
Giulio annuisce. La ragazza si morde le labbra.

She's got love when you want it, but she never lets go when you get it
You disappear inside, you're never seen again... lost forever!

Quanto manca a Porta Garibaldi? 5 minuti? No, treno, non piantarti in mezzo al nulla, vai.

La conversazione procede, ogni 3-4 parole lei inciampa su una parolaccia che deve trattenere. A un certo punto, esasperata, le sfugge un "minchia". Strabuzza gli occhi, si mette una mano davanti alla bocca e si scusa.
La ragazza davanti a me è alle lacrime ormai, con le labbra strette.

She had a brain like a sheep-dip.
She got love like a cesspit on her mind.

"Che poi adesso con questo caldo insopportabile non si riesce ad andare in giro. Insomma, io tengo un po' di decenza perché non sono in forma, con questi chili in più non posso di certo permettermi i pantaloni corti. Ma quando vedi in giro certe tr..rrrragazze con dei cu... fondoschiena enormi strizzati nei leggins mi viene da chiedermi dove ca...ehm, dove hanno lasciato la decenza. Fi...iiinsomma, ci vuole rispetto per te e per gli altri, ca... gli altri, sì, gli altri".

La ragazza mi guarda con gli occhi lucidi e si gira completamente verso il finestrino.
Io guardo per terra e arrivo alla conclusione che è bipolare. Trattenersi è comunque difficile.

She was a big girl,
she was big... 

Entriamo nel sottopasso di Porta Garibaldi e tiro un sospiro di sollievo. Quasi finita.
Ma la figlia del demonio non tace.
"... alcune volte credo che mio nonno non sappia come mi chiamo, c...avolo. è frustrante, mi fa... arrabbiare. Continua a usare il mio soprannome."
"Sì?" chiede Giulio. Ormai la sua voce è  un'interferenza che interrompe la marea di cazzate uscite in 10 minuti da quella bocca.
"Sì"
"E... come ti chiama?" Il treno rallenta, io sono pronta allo scatto
"Da quando avevo 7 anni che sono un po' in carne" cinguetta: "E lui... beh, ha coniato questo soprannome"
Il treno si è quasi fermato. L'altra ragazza si alza.
"...da quando avevo 7 anni che mi chiama Braciola"


...scusa?

Delirio.
...I mean she was big, she was... she was fucking huge!
ENORMOUS!

La ragazza scoppia a ridere fragorosamente e scatta verso le porte del treno, che si aprono in quel momento.
La coppia si gira. La figlia di Satana guarda prima lei che si allontana, poi me e vedo nei suoi occhi lo specchio dell'Inferno, oltre a del mascara colato sotto. Sorrido e mi alzo.

"Ma come  caz... si permette la gente?" sibila: "... e giudicare così. Pu... Maleducata, cafona che non è altro..."

Giulio, occhio che siamo in stazione e deve digerire la fagiolata.

Ooooooh, you could have sailed the Hindenburg through her legs and never even had landing permission! 

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