domenica 16 giugno 2013

Di laghi, tornanti e imbecilli.

Guidare rilassa.
Non parlo di 5 ore di coda sulla tangenziale est o 50km a 30 all'ora dietro a un trattore che deve stare in mezzo alla strada, parlo di strade normali con traffico normale in condizioni normali.

Ultimamente mi capita di avere l'occasione di prendere la macchina e andare a fare un giro con l'unico criterio di essere a casa per cena, "Perché c'è da finire la roba avanzata del pranzo".
Quando parto per questi giri, ça va sans dire, non pianifico niente. Inizio a guidare per poi scegliere la meta che più mi interessa, magari anche dopo aver guidato un'ora nella direzione opposta.
Così finisco per fare Milano-Genova passando da Torino, per esempio. Non è ancora capitato, ma succederà.

Oggi il giro è stato Milano-Lugano (1 ora circa) passando per Lanzo d'Intelvi (che ha allungato di 1ora) e tornando passando da Menaggio, il tutto evitando l'autostrada. Totale: dalle 7.50 alle 15.40 in macchina, togliendo un'ora e mezza di pausa a Lugano e mezz'ora a Lanzo.

Pensavo che le 7 della domenica mattina avessero smesso di esistere quando avevo finito il catechismo.


Brienno



L'Autostrada dei Laghi praticamente vuota mi ha fatta arrivare sul Lago di Como con un imbarazzante anticipo di un'ora sulla tabella di marcia. Per arrivare a Lanzo (e non pagare i 33 euro di autostrada svizzera) bisogna prendere la strada Regina e costeggiare il lago, una strada statale piuttosto stretta, qualche curva importante e una serie di salite e discese appena percettibili. In macchina.

Il problema delle strade panoramiche la domenica mattina sono i ciclisti in allenamento.
Premessa: non ho nulla contro i ciclisti o il ciclismo, so che purtroppo non ci sono molti luoghi dove allenarsi e il posto migliore per allenarsi al ciclismo da strada è proprio la strada, ma ragazzi. 
Non in branchi di 44 in fila per 6 col resto di 2.
Non uno accanto all'altro come i soldatini, in una strada in cui a momenti non passano due macchine una accanto all'altra.
Non sbucare all'improvviso da una via laterale per sentire i brividi della velocità ed entrare sulla via principale in derapata.
Non ignorando stop e precedenze "Perché la bici ha sempre ragione". No. No.

No, in mezzo alla strada.


C'è un limite, c'è un codice della strada. Dateci un'occhiata.
Perché è bello imitare Coppi e Bartali che si passano la borraccia, ma dove voi vedete un gesto di sportività io vedo un potenziale frontale con quello che arriva sparato o una borraccia che rotola a terra trascinandosi dietro un ciclista.


Lanzo d'Intelvi

La mia famiglia ha sempre avuto una grande passione per Lanzo, l'ultimo comune italiano della Val d'Intelvi. Dopo aver abbandonato i ciclisti alle pianure intorno al lago e aver arrancato sulla prima salita semi impegnativa della giornata, arrivo a Lanzo con ulteriore, imbarazzante anticipo.

Alle 10 sono nella piazzetta principale. Una signora sulla sessantina mi guarda perplessa mentre entra in chiesa e in quel momento mi accorgo di essere a mio agio come qualcuno che mette a palla Life back to music dei Daft Punk poco prima di un concerto dei Judas Priest: pantaloncini corti con temperatura media di 15°C, borsa al gomito (perché ho perso la tracolla), smartphone nell'altra mano e 5kg di mascara in faccia perché alle 7.30 del mattino l'unico modo che conosco per truccarmi e quello alla Alice Cooper.
Il ritratto del milanese in vacanza, pardon, in ferie.

Rientro nei ranghi e vado a prendere il caffè al bar preferito da mio nonno negli anni d'oro, quello vicino alla casa dove mio padre giocava quando venivano in vacanza. Ne approfitto per mostrare alla cameriera, una ragazza sui 25 anni, i franchi svizzeri che mio padre m'ha dato da spendere, risalenti probabilmente al Pleistocene, che tanto son sempre validi, dice lui.
"Oddio, che banconote sono? Dalla Turchia?" 
Bene. Il mio budget si riduce da 30 franchi a 5 franchi, l'avanzo che mi porto dietro da Berna.

"Posso cambiarli qui?"
"No, oggi è tutto chiuso, prova alla Terrazza".



La Terrazza d'Italia è poco più avanti. Una volta era uno dei luoghi più prestigiosi della zona.
Una volta, quando la zona era una meta turistica molto gettonata.
Quando ci veniva mio padre ("Sì, era l'anno dei mondiali in Inghilterra, il 1966").
Una volta appunto.

Adesso ha ancora il suo fascino, un albergo, un bar e un'enorme terrazza da cui si può vedere il Lago di Lugano. A 1000m, la vista ha un suo perché, insomma.

"Scusi, posso cambiare in franchi?"
"No, qui no. Ma se scendi verso Lugano prova dai benzinai, hanno un cambio favorevole"



Via Confine

"Una strada così brutta non l'ho mai fatta" disse uno zio di mio padre una volta, camionista.

Via Confine è una rampa di garage lunga un paio di chilometri, un serpente rachitico che si arrampica a suon di tornanti sulla montagna tra le due dogane con una pendenza del 18%, troppo stretta in alcuni punti per due macchine. Se, mentre scendi, senti un rumore di clacson dal burrone boschivo di sotto, vuol dire che sta arrivando qualcuno, quindi devi inchiodare e lasciarlo passare.
Ho visto un ciclista scendere come un pazzo sfrecciandomi a fianco, s'è fatto tutto il pezzo in derapata, poi l'ho perso. Spero abbia frenato, sennò arrivava a Lugano volando.

Perché se inchiodi in discesa poi ti basta sollevare a metà il pedale del freno per ripartire a razzo, se inchiodi in salita rimani lì.

Fortunatamente ho preso la discesa.
Per un locale sarà una strada un po' più impegnativa, per chi vive in pianura, dove la pendenza massima è il 5% del ponte sulla ferrovia, è una Highway to Hell da fare in seconda.
Fortuna vuole che dietro di me c'era un locale che scalpitava per scendere standomi a 2cm dalla targa, senza mettermi ansia, ovviamente. Che ansia vuoi che mi metta uno che mi conta i capelli in testa mentre affronto un tornante stretto quanto la vita di Kate Moss dal lato burrone?

Minimo

La selezione casuale dell'mp3 ha avuto anche il buon gusto di mettere Are you dead yet? dei Children of Bodom sugli ultimi due tornanti.
I cambi favorevoli dal benzinaio in fondo alla strada sono per i miracolati che ci arrivano. Non a caso uno dei primi paesi in fondo si chiama Paradiso.


Lugano

Dalla panchina del lungolago di Lugano vedo la Terrazza d'Italia lassù, inarrivabile dai suoi 1000m e mi chiedo ancora come abbia fatto a scendere con calma come se stessi passeggiando nell'area pedonale di Magenta.



Ho deciso di mangiare il mio pranzo al sacco dando le spalle alla città perché dopo la 5° banca nel raggio di 1km, aver constatato che la macchina più pezzente con targa svizzera era un'Audi targata Berna e il cartello con la super offerta pranzo (primo, secondo, caffé) a 35franchi (1chf=1,20euro) guardare le anatre che si arrampicano sui rami di un faggio appena sopra la superficie dell'acqua è meglio.

Sì, gli yatch che passano avanti e indietro non collaborano. E non mi consola il fatto che il Lago di Lugano sia un lago chiuso, ovvero non da origine a fiumi, ha solo affluenti. Per questo l'acqua è così zozza, non c'è ricambio. Un po' mi spiace per le anatre.

Osservo la gente che passa e, a parte un bambino che si ostina a chiamare "papera" un cigno non c'è nulla di interessante. I soliti turisti che scendono da taxi (Mercedes) davanti alla boutique chiusa di Emporio Armani, signore fotografano il lago con l'iPhone, i mariti con al polso non meno di 500 euro di orologio sbirciano ragazze che fanno jogging fasciate in top Nike ascoltando musica dai loro iPod. 
Ecco, credo che quella abbia appena rovinato la foto di famiglia di quei signori passando tra loro e la Canon grande quanto la mia borsa.

Ok, forse è meglio che me ne vada, le mie scarpe da 20 euro iniziano a sentirsi a disagio. Magari evitando di essere stirata dalla Jaguar targata Zurigo che arriva da destra.


Il ritorno è stato più tranquillo. Strade vuote, assenza di ciclisti (a pusa), sole, poco traffico.
Rientrando sono passata da Como, perché sentivo la mancanza di pedoni e ciclisti contro cui prendermela.
3 ore ed ero a casa.



Ho affrontato la strada Regina con i ciclisti che sfrecciavano da tutte le parti come schegge impazzite.
Ho superato la salita per il parcheggio di Lanzo in prima con la macchina che implorava pietà.
Ho vinto contro la via Confine e la sua pendenza da 18% senza schiantarmi contro un guard rail.
Ho fatto spazio a Maserati targate Basilea e SUV olandesi sull'autostrada, per evitare di essere falciata.

E a momenti vado addosso a uno a 10 minuti da casa perché ha inchiodato di colpo per accostare e far salire la prostituta.

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