sabato 26 maggio 2012

Reincarnazioni e lobotomizzazioni

I libri che ti obbligano a leggere per gli esami hanno effetto soporifero o lobotomizzante, dipende dal momento della giornata in cui si decide di affrontarli. Dopo aver scoperto che I Simpson sono compresi nella programmazione del sabato (gioia e gaudio) e aver quindi rimandato i miei doveri scolastici, Vite di uomini non illustri di Pontiggia è slittato così dall'ora della pennichella post-pranzo a quella della veglia produttiva del primo pomeriggio.

Peccato che nel weekend Italia 1 spari di quei film assurdi e dimenticati dai più a tema: sabato "film per ragazzi", domenica "film catastrofici". Di solito mantengo abbastanza sale in zucca per fuggire a gambe levate da questo decadimento neurale, ma oggi, complice Pontiggia e un divano piuttosto comodo, mi sono trovata a bermi la coppia di film scelti per il "pomeriggio ragazzi".

Sydney White -Biancaneve al college (2008)

La valanga di remake sulla fiaba di Biancaneve che hanno sommerso le sale nei primi mesi di quest'anno mi hanno fatto pensare: perché? Perché ora e insieme, Biancaneve (con Julia Roberts, la versione comica della favola rivista dalla regina) e Biancaneve e il cacciatore (con Charlize Theron, Kristen Stewart e sia-sempre-glorificato Chris Hemsworth, la versione più battagliera, cupa e di certo più pubblicizzata del racconto originale)?. Mi ha stupito mancasse la classica revisione applicata alla vita da college americano. Mancava perché c'era già.

Sydney White è arrivato in Italia direttamente in home video, il che significa: nessuno sa che esiste. Però, nonostante le premesse (favola in chiave moderna applicata agli universitari americani) è assolutamente guardabile. Sì, la partenza è stata decisamente borderline: una ragazza, cresciuta al cantiere con il padre idraulico (qui è carino), pronta ad andare allo stesso college frequentato dai genitori e a entrare nella stessa confraternita della madre, morta quando lei era ancora bambina (qui è banale).

Peccato che la confraternita in questione sia quella delle più dive di tutto il campus, persone con cui una ragazza cresciuta tra martelli e saldatrici non ha nulla da spartire. Una volta però capiti i ruoli dei vari personaggi sia della fiaba classica che di questa versione (dove i nani sono caratterizzati in modo notevole, devo dire) l'intreccio si fa più interessante. Ovvio, i momenti di banalità non mancano, ma sono sopportabili rispetto alla media dei film ambientati nei college. E ora, dopo aver vissuto 5 mesi a contatto con gente di confraternite posso dire che come vengono rappresentati nei film (arroganti, irrispettosi e piuttosto superficiali) non sono estremizzazioni, sono davvero così: con eccezioni, ovvio, ma la maggior parte sono così.

Perde un po' qua e là, ma riesce a bilanciare tutto quello su cui vuole lavorare: la realtà non viene devastata per rimanere fedele alla fiaba, così come quest'ultima non viene ribaltata per adattarsi alla vita del college americano. Nel cast, poi, non c'erano star di particolare rilievo, tranne forse Sydney stessa (Amanda Bynes, che negli ultimi anni è sempre stata la strega e mai la principessa, cattiva sia in Easy A che in Hairspray). Non so se era voluto l'atteggiamento a tratti tontolone di Sydney o io ero influenzata dal fatto che la sua doppiatrice era la stessa di Phoebe di Friends, ma stava bene anche così.


Avalon High (2010)


La maggior parte degli Original Movie di Disney vengono da serie tv che penso tutti abbiano almeno incrociato una volta nel pigro zapping pomeridiano: così abbiamo Zack e Cody -Il film, The Cheetah Girls ecc. Oppure film originali che hanno tra gli interpreti i soliti attori della scuderia Disney.

Ecco, Avalon High non è niente di tutto questo. Il cast è pressoché sconosciuto, raccattato qua e là da produzioni cinematografiche di piccolo calibro o da comparsate in qualche telefilm e si vede: probabilmente è un tentativo di lanciare qualche nuova stella Disney che avrebbe seguito le orme di Zac Efron, Miley Cyrus (ma anche no) o Demi Lovato (vedi nota precedente). Ma nessuno dei protagonisti è riapparso in altri progetti Disney di recente, quindi mi sa che non hanno centrato l'obiettivo.

Il film è stato trasmesso in Italia un anno fa solo da Disney Channel e, per finire ora nella programmazione pomeridiana di Italia 1, vuol dire solo una cosa: quasi nessuno sa che esiste.
Partiamo con calma: è chiaro il riferimento alla leggenda di re Artù perché, difatti, è la rinascita di Artù ai giorni nostri (a quanto pare era la giornata di fiabe e leggende negli anni 2000). Inizia non in modo fiacco, di più: ragazza appena trasferita, figli di insegnanti di letteratura inglese appassionati di re Artù che finisce in una classe con corso monografico proprio su re Artù (che culo). E non solo, sogna anche re Artù, ma qui si rasenta la psichiatria.

Cosa succede? è previsto che Artù, Mordred e compagnia cantante si risvegli la notte di un'eclissi e le rispettive reincarnazioni si scontrino, seguendo le inimicizie della leggenda originale.
Nei primi 60 minuti (su 90) hai già capito chi è Artù, chi Ginevra, chi Merlino e pensi di essere davvero lobotomizzato per andare avanti a vedere una cosa simile. Poi, bom!, sorpresa finale che non fa quasi più rimpiangere i 60 minuti di fusione sul divano e pessima recitazione iniziale.

Con questo non dico che la storia è pessima, dico che non è adatta ad essere un lungometraggio: se avessi visto il poster prima del film avrei pensato fosse una serie televisiva. Anche il titolo sembra suggerirlo.
E di certo una decina di episodi applicati a questa storia (lasciando come sono i ruoli) sarebbe stato di certo più coinvolgente: una storia inizialmente tranquilla con colpi di scena qua e là non è per caso una trama tipica di tante serie tv? Mi è capitato di vedere (purtroppo) un paio di episodi dei Maghi di Weaverly e la struttura, come i temi, somigliano non poco ad Avalon High, anzi, forse era persino più stupida. Però nel formato serie tv ha funzionato, mentre il film, stando alle recensioni, è stato un mezzo disastro.

La Disney dovrebbe lasciar perdere queste sperimentazioni e buttarsi a capofitto nei lungometraggi animati o nelle serie tv per ragazzi. Per ora punto tutto al film d'animazione per il 2012, Brave -coraggiosa e ribelle, che porta la Disney per la prima volta in Scozia e riporta sugli una protagonista rossa, che manca dal 1991, l'anno de La Sirenetta (i 2 seguiti non li conto neanche).
Per ora si presenta bene.

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